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Tap, su tracciato nuovo progetto spuntano coralli: verifiche

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Tap, su tracciato nuovo progetto spuntano coralli: verifiche

Un tratto coralligeno nel punto di uscita dal mare del gasdotto ha spinto la società a presentare l'istanza di Via

Venerdì 24 Maggio 2019, 09:32

09:33

Interferenze con il coralligeno nel punto di uscita in mare del gasdotto. Tap chiede l’avvio del procedimento di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale per il progetto di posa del tubo nel tratto marino. Sul fondale, in prossimità del cosiddetto exit point (il punto in cui il tubo dovrebbe penetrare il fondale per passare sotto la spiaggia di San Basilio), ci sarebbe la presenza di biocostruzioni marine. La multinazionale ha ottenuto l’ottemperanza alla prescrizioni A7 e A8 del decreto di Via che prevedevano la mappatura qualitativa dei massicci corallini.
In seguito, ha presentato la documentazione ai fini della verifica di ottemperanza delle prescrizioni A9 e A10, ritenuta, dalla società, in linea con la ratio delle disposizioni in quanto «non interferiva con le biocostruzioni di dimensioni più rilevanti prevedendo soltanto interferenze minori sull’ambiente marino circostante». La società ha però, poi, ritirato tale documentazione ed ha deciso di presentare un’istanza di verifica di assoggettabilità a Via del progetto di posa della condotta in mare. Procedura che consentirebbe «di valutare in maniera approfondita le minime interferenze ed eventualmente individuare le più opportune misure di compensazione continuando a garantire la massima sostenibilità del progetto sul Piano ambientale». Questo si legge, infatti, nel documento a firma del direttore generale del ministero, Giuseppe Lo Presti, del 20 maggio.


Secondo il movimento No Tap la società «è in grandissime difficoltà». «Vuol dire che forse sono state omesse - volontariamente o involontariamente? - situazioni soggette a tutela ambientale che oggi potrebbero essere rilevate», dicono gli attivisti. Chi si oppone all’opera fa notare che, proprio in quei giorni, l’attivista Graziano Petrachi ha rilevato pubblicamente che (in base alla prescrizione A57) tutte le varianti all’opera devono essere assoggettate a verifica di assoggettabilità a Via, come dovrebbe essere in questo caso. In quelle stesse settimane, inoltre, era in corso un carteggio tra la Regione e Petrachi, circa la sussistenza di requisiti per la realizzazione di un Sic mare nell’area interessata dai lavori.


«Per la Regione attualmente non ci sono evidenze dirette per istituire l’habitat – spiega Petrachi - Peccato che, invece, le evidenze le abbia già da qualche anno, dato che parte del coralligeno è stato mappato con il progetto Biomap, finanziato dalla Regione stessa. Ma se anche non fosse sufficiente, ci ha pensato Tap a individuare un coralligeno così esteso e denso da fargli dire che non è in grado di rispettare i 50 metri di distanza da esso, come gli imporrebbe la prescrizione A9», come risulterebbe da documenti del dicembre 2017.

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