LECCE - L’ombra del racket si allunga sulla città. Dopo l’ordigno piazzato all’ingresso del market “Pam”, scoperta una nuova intimidazione nel rione Santa Rosa. Ignoti, nella notte a cavallo fra venerdì 29 e sabato 30 marzo, hanno infatti preso di mira un negozio di telefonia, il “Codice Pin” di via Tevere. Un colpo di pistola è stato infatti esploso contro la saracinesca posta a protezione dell’ingresso dell’attività, con sede nel tratto di strada che incrocia Piazza Indipendenza. Un luogo di passaggio e costantemente trafficato, anche per via del senso unico che costringe gli automobilisti a percorrere la via lungo la nota fontana della zona. Il colpo ha attraversato l’infisso, il vetro e colpito l’asse laterale. Fortunatamente non sono state arrecate gravi conseguenze.
L’episodio, tuttavia, non è stato scoperto nell’immediato. Il titolare della rivendita, infatti, il mattino successivo non ha scorto nulla. Ha avviato la propria giornata lavorativa senza scorgere i segni del colpo. Soltanto nel pomeriggio ha notato quei segni inequivocabili sull’inferriata e ha allertato le forze dell’ordine. Sul posto, i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia leccese, assieme ai colleghi della stazione di Santa Rosa per le indagini. I militari hanno subito avviato un sopralluogo: hanno rinvenuto un’ogiva, ma non il bossolo. Quest’ultimo, secondo una prima ipotesi, potrebbe essere anche rimasto nell’abitacolo del veicolo di coloro che lo hanno esploso. O più semplicemente il proiettile, di piccolo calibro, sarebbe partito da una pistola a tamburo. Si tratta di ipotesi sulle quali si sta ora lavorando. Intanto il titolare dell’esercizio, ascoltato dagli inquirenti, ha dichiarato di non avere idea dell’identità dell’autore del gesto. Nessuna lite di recente, né alcuna richiesta estorsiva da parte di estranei. Non si può di certo escludere che possa essersi trattato anche del livore di qualcuno per futili motivi, magari covato a lungo. Gli investigatori dell’Arma, tuttavia, sono già in forte apprensione per l’altro fatto di cronaca relativo all’esplosione di una bomba in un vicino supermercato. Al momento non sembrerebbero esservi connessioni fra i due episodi, sebbene si parli di una distanza di poche centinaia di metri. Le videocamere installate nella zona son state tutte passate al setaccio, per visionarne i filmati. Al momento, però, non sarebbero emersi dati determinanti per l’attività investigativa. I riflettori restano puntati sull’incubo del racket che, già in passato, ha piegato la città e il rione in particolar modo. Dopo anni di tregua, però, sconcerta la vicinanza temporale dei due episodi, tanto da far temere un ritorno prepotente del fenomeno. Altrettanta attenzione è rivolta ad alcuni individui, detenuti fino a poco tempo addietro e che, di recente, hanno invece lasciato l’istituto penitenziario di Borgo San Nicola.
Tre giorni fa, sempre a Santa Rosa, una bomba carta di medio potenziale è stata fatta esplodere all’ingresso del supermercato Pam, di via Argento. Il boato ha scosso il quartiere poco prima della mezzanotte, provocando dei danni alla saracinesca, al muro e agli infissi dell’ingresso della struttura commerciale. Anche su questo episodio sono state avviate le indagini da parte del reparto investigativo dei carabinieri.