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Lecce, meno omicidi e reati gravi: «Difficile situazione a Taranto»

 
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Lecce, da rifare la nomina del presidente di Corte di appello

Il presidente della Corte d'Appello: magistratura di Lecce ha dimostrato di avere gli anticorpi per mantenere alta la tradizione di onestà, serietà, impegno e competenza

Sabato 26 Gennaio 2019, 13:01

17:30

LECCE - «La sezione Lavoro di Taranto sconta una difficile situazione» poiché «risulta tabellarmente assegnato un solo consigliere, coadiuvato da tre giudici ausiliari». Lo ha detto il presidente della Corte d’Appello di Lecce, Roberto Tanisi, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Il presidente ha rilevato «una inadeguatezza di fondo dell’organico, soprattutto se riguardato in riferimento a quello del Tribunale, in una città come Taranto caratterizzata da una vasta e complessa realtà economico-industriale, che da anni vive momenti difficili anche a causa della crisi che ha interessato ed interessa l’Ilva, un tempo l’acciaieria più grande d’Europa».
«Sul punto - ha concluso - mi premurerò di attivare le autorità competenti per un eventuale aumento dell’organico».

«Così com'è oggi, dopo le modifiche apportate anni fa dalla cosiddetta legge ex Cirielli, l’istituto della prescrizione non funziona e va modificato. Prima di intervenire - ha aggiunto Tanisi - il legislatore avrebbe potuto attendere per vedere, alla prova dei fatti, l’esito della riforma Orlando. Così non è stato, ed oggi la nuova riforma ci pone di fronte a un altro grosso problema: quello del rischio concreto - ha concluso - di un allungamento della durata dei processi, già intollerabilmente lunghi».

«Intendo ribadire, in questa sede, la piena integrità morale e professionale della magistratura e dell’avvocatura di Lecce, la cui serietà e affidabilità non sono offuscate dalle recenti vicende giudiziarie». Così il procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce, Antonio Maruccia, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, si è riferito all’arresto del pm Emilio Arnesano, nell’ambito di un’inchiesta in cui sono coinvolti anche alcuni avvocati dei fori di Lecce e Brindisi.
«Sono stati gli accertamenti disposti dalla magistratura requirente di Lecce - ha proseguito - a dare corso alle indagini. E ora l’autorità giudiziaria competente dovrà accertare il rilievo penale dei fatti e la responsabilità delle persone».
«La magistratura di Lecce ha però dimostrato - ha concluso - di avere gli anticorpi per mantenere alta la tradizione di onestà, serietà, impegno e competenza che in questi decenni hanno sempre contraddistinto la sua azione»

IN CALO OMICIDI E REATI GRAVI - In calo i reati di maggior allarme sociale, compresi gli omicidi. Mentre stazionario è il dato che riguarda le violazioni in materia di droga. In calo anche reati tributari, edilizi e ambientali. E’ quanto emerge dalla relazione annuale del presidente della Corte d’Appello di Lecce, Roberto Tanisi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nella relazione Tanisi ha parlato pure di sovraffollamento carcerario, immigrazione e reati comuni, e si è soffermato sull'edilizia giudiziaria e sulla dotazione organica di magistrati e amministrativi, non sempre adeguata.
Tra i punti di rilievo sottolineati da Tanisi ci sono i processi definiti in primo grado per il favoreggiamento della immigrazione clandestina, commessi da scafisti «per lo più appartententi ai Paesi dell’Est Europa con piccole imbarcazioni a vela o a motore partite dalla costa turca e arrivate sulla costa salentina con non meno di 50-60 immigrati clandestini, stipati a bordo delle stesse con il rischio della loro incolumità personale». Riguardo ai reati contro la pubblica amministrazione, «merita di essere sottolineata - ha detto il presidente - quella che è ormai una tendenza nazionale, ossia la diffusività di fatti corruttivi di piccole dimensioni. Non si registrano più le maxi tangenti dell’era di tangentopoli, ma si registra un pò ovunque una ramificazione di microcorruzione che investe praticamente ogni settore della pubblica amministrazione». E’ stato rilevato che risultano pendenti, in attesa di decisione, 13 istanze tendenti ad ottenere il risarcimento del danno subito a causa di detenzione inumana. Viene tra l’altro segnalata la sostanziale disapplicazione, da parte del Riesame, della misura che prevede gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, per via della verificata «indisponibilità degli stessi».

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