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Lecce tra le prime d'Italia per il gioco d'azzardo

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Gioco d'azzardo, a Bari anche i 15enni seguiti dal dipartimento Asl

Si spendono 2268 euro a testa per giocare

Venerdì 28 Dicembre 2018, 13:03

Tanti soldi, un fiume di soldi, tutti i giorni ma soprattutto nei periodi di festa. La macchina dell’azzardo mangia molti guadagni dei salentini. Soltanto nella città di Lecce e soltanto nel 2017, la perdita secca è stata di 48 milioni di euro. Una febbre da gioco che influenza tutti, grandi e piccoli centri. Si sfiorano livelli altissimi in special modo nel capoluogo, che non a caso è tra le prime venti città italiane, con popolazione compresa tra i 50mila e i 200mila abitanti, ad avere le mani bucate, con una spesa pro capite di 2.268 euro all’anno, il doppio della media provinciale, pari a 1.082 euro a testa.
Per la prima volta, si conoscono tutti i dettagli, comune per comune, grazie al database frutto di un’inchiesta del Visual Lab del Gruppo Gedi che ha elaborato i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Si scopre così che, ad esempio, nei tre capoluoghi di provincia salentini in un solo anno sono andati in fumo 300 milioni di euro, perché ne sono stati spesi ben 590 a fronte di vincite che non superano i 290 milioni.


A Lecce, si registra l’impatto più drammatico sui singoli e sulle famiglie: si contano 216 milioni di euro giocati, mentre ammontano a 168 i milioni vinti e, come detto, ogni leccese spende moltissimo, a livelli di ricche città del Nord. Una spesa pro capite pari al doppio anche rispetto a quella delle realtà vicine: i tarantini non sborsano più di 1.357 euro ciascuno, anche se nel complesso sono stati 269 i milioni “investiti” nel gioco. Sono tornati nelle tasche dei giocatori 201 milioni. Mentre le differenze tra i due capoluoghi sono notevoli, si assottigliano quelle tra le due province, visto che la media ionica è simile, 1.197 euro a testa. Lecce gioca molto di più anche rispetto alla città di Brindisi, dove si registrano 106 milioni di euro in uscita lo scorso anno (e vincite per 79,58 milioni) e un’esposizione pari a 1.213 euro ciascuno. La media provinciale resta, invece, allineata, pari a 1.178,19 euro.


Gratta e Vinci, bingo, lotto, quota fissa, qualche nostalgico punta ancora sui cavalli e si dà all’ippica. Ma il vero sistema mangiasoldi è costituito dalle slot. E non tutte le slot sono uguali. Nel Leccese, a farla da padrona sono le videolottery, che hanno fagocitato nel 2017 ben 85 milioni di euro: sono slot presenti in locali dedicati e - poiché accettano anche banconote - consentono giocate e vincite più alte rispetto alle più tradizionali “new slot”. Queste ultime, al contrario, accettano solo monete e possono essere installate anche in bar e tabaccherie: sono gli apparecchi che spopolano di meno a Lecce ma trainano la spesa delle città di Brindisi (39 milioni) e Taranto (67,78).


Tra i più grandi centri della provincia, Maglie è quello con la spesa pro capite più alta, pari a 1.930 euro all’anno (il reddito pro capite è pari a 17.790), seguito da Casarano, dove si spendono 1.863 euro a testa, a fronte, tuttavia, di un reddito pro capite molto più povero, perché si guadagnano 4mila euro in meno in un anno. Terzo posto a Nardò (1.771 euro), che, però, dopo Lecce, registra la spesa complessiva più alta, 55 milioni di euro. A bruciare i propri guadagni nell’azzardo, sono, a scalare, i cittadini di Gallipoli (1.437 euro a testa), Tricase (1.275), Cavallino (1.273), Copertino (1.263), Galatina (891 euro).

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