«Capodanno 2002, l’Europa stregata dall’euro»: titola «La Gazzetta del Mezzogiorno» del 2 gennaio di ventuno anni fa. Una grandissima novità occupa le pagine del quotidiano: il giorno prima l’euro è diventato la moneta ufficiale di 12 paesi dell’Unione europea. Con il giornale è distribuito «il semplicissimo libretto euroconvertitore in grado di fare i conti in lire da 0.01 centesimi di euro fino a 100.000 euro». Non solo, la «Gazzetta» ha attivato persino un numero verde, un’email e un numero fax per raccogliere i quesiti dei lettori in merito all’euro: Vincenzo Fragassi risponde alle prime curiosità in merito alle false banconote e all’utilizzo corretto di «cent» o «centesimi».
A dieci anni dalla firma del trattato di Maastricht, inizia l’avventura della nuova valuta: un passo importantissimo verso l’Unione economica e monetaria. In realtà l’euro è stato introdotto ufficialmente già tre anni prima, ma solo per i pagamenti elettronici. «A caccia di euro, tra bancomat e postamat, ma per.. tenerceli in tasca: sono in pochi quelli che hanno speso con la nuova moneta che piace come tutte le novità, ma non ci sentiamo ancora preparati», si legge sulla «Gazzetta». «Ieri ne hanno fatto le spese gli automobilisti all’uscita dalle autostrade: code di chilometri ai caselli proprio perché ogni automobilista ha impiegato più tempo a controllare il resto ricevuto in euro dal casellante.[...] Secondo il ministro dell’economia Tremonti la circolazione reale della nuova moneta rafforzerà anche il suo valore nei confronti del dollaro: ed ha assicurato che non ci saranno pericoli di generalizzati ritocchi all’insù e conseguente inflazione anche perché gli italiani, ha aggiunto, sapranno punire chi fa il furbo»…
In Puglia e Basilicata impazza la febbre dell’euro, anche se fino al 28 febbraio potrà ancora essere usata la lira: «Dopo la corsa in banche agli uffici postali, nelle ultime due settimane di dicembre, per l’accaparramento del kit di monete, allo scoccar della mezzanotte del nuovo anno, i baresi hanno praticamente preso d’assalto i bancomat per approvvigionarsi di banconote euro. Gruppi, famiglie, coppie, singoli: tutti hanno voluto la nuova moneta. Le motivazioni? “impratichirsi con i nuovi soldi”, “vedere come sono fatte”». Simile accoglienza ha ricevuto la nuova moneta a Lecce e a Foggia, mentre a Brindisi, Taranto, Potenza si registra una certa diffidenza: «Nel primo giorno di euro Matera si sveglia al tintinnio della vecchia lira. La diffusione delle nuove banconote non ha scatenato resse davanti ai 18 sportelli bancomat della città».
Il 7 gennaio 1980, invece, l’Italia si sveglia con una drammatica notizia: «Sanguinoso agguato in viale della Libertà a Palermo: l’on. Pier Santi Mattarella (Dc), 44 anni, presidente della Regione siciliana, è stato ucciso nei pressi della sua abitazione da due killer che lo hanno crivellato con sei colpi di pistola. Nella sparatoria è rimasta ferita alle mani la moglie del parlamentare che aveva cercato di far da scudo al congiunto. L’attentato è stato rivendicato prima da sedicenti “Nuclei fascisti rivoluzionari”, poi dalle Brigate rosse e quindi da “prima linea”», si legge in prima pagina sulla «Gazzetta». Eletto dall’Assemblea Siciliana due anni prima, Mattarella ha intrapreso in quei mesi un’opera intensa e determinata di modernizzazione dell’amministrazione regionale e di pulizia dalle infiltrazioni mafiose. Solo nel 1995 saranno condannati all’ergastolo i mandanti dell’omicidio Mattarella, tra cui i boss Salvatore Riina e Bernardo Provenzano, ma gli esecutori materiali non saranno mai individuati con certezza. «Era un caro amico di Aldo Moro. Stroncato dallo stesso destino»: è il titolo dell’editoriale di Giuseppe Giacovazzo. «Mattarella era l’uomo nuovo della Dc siciliana. Nuovo non perché arrivato da poco alle responsabilità della vita pubblica e del suo partito. Ma nuovo perché impegnato nel rinnovamento del costume politico in Sicilia, con la cultura, lo studio dei problemi, l’onestà, il coraggio», conclude 42 anni fa il direttore della «Gazzetta».