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Il caso Alfonsín e il processo

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Il caso Alfonsín e il processo

La Gazzetta del Mezzogiorno dell’11 dicembre 1985 nelle pagine degli Esteri

Domenica 11 Dicembre 2022, 13:23

La Gazzetta del Mezzogiorno dell’11 dicembre 1985 nelle pagine degli Esteri. Due giorni prima si è concluso lo storico processo alla Giunta Militare argentina, il «Juicio a las Juntas». A volerlo era stato Raúl Alfonsín, il primo capo di stato democraticamente eletto nel paese sudamericano dopo sette anni di dittatura militare: esponente dell​’Unione civica radicale, si era fortemente opposto al colpo di stato messo in atto nel 1976 dal generale Jorge Rafael Videla, che aveva deposto Isabelita Perón.

Si erano succedute al potere, negli anni a seguire, diverse giunte militari, avviando il cosiddetto «processo di riorganizzazione nazionale», che prevedeva, tra le altre cose, una violenta repressione del dissenso, dei partiti politici di opposizione e, in particolare, del socialismo. Consueta era divenuta la pratica, da parte di squadre non ufficiali della polizia o dell’esercito, dei sequestri: migliaia di attivisti, ma anche semplici cittadini estranei alla militanza politica, erano rapiti, torturati, inviati in campi di concentramento, oppure, nei casi più drammatici, sedati e poi lanciati nell’oceano o nel Rio della Plata, nei «voli della morte».

Alfonsín, una volta eletto Presidente dell’Argentina, decretò l’avvio delle indagini contro i nove membri delle primi tre «Juntas». Fu il procuratore Julio Strassera a guidare il pool di giovanissimi avvocati che riuscì a incriminare Videla e i suoi.
Così sulla «Gazzetta»: «Una condanna esemplare, ma anche equilibrata, quella emessa dalla Corte federale d’Appello Argentina alla fine dello storico processo contro i nove alti ufficiali che hanno fatto parte delle giunte militari che hanno governato il paese dopo il golpe del 1976: sono state emesse infatti cinque condanne, tra le quali due ergastoli per il generale Videla e l’ammiraglio Massera. Certo è che proprio i familiari delle migliaia di vittime della “guerra sporca contro la sovversione” non si sono detti del tutto soddisfatti dalla sentenza. Ad accusare i giudici di troppa tiepidezza sono state infatti le cosiddette madri della Plaza de Mayo che ieri hanno inscenato una manifestazione di protesta».

Proprio le madri che ogni settimana, durante la dittatura, scendevano in piazza per chiedere la verità sulla sorte dei loro figli, avevano fatto emergere il caso dei desaparecidos: si calcola che in Argentina, siano scomparsi circa 30.000 oppositori politici, ma le cifre non sono definitive. Nel 1990 la condanna sarà annullata da un contestato indulto emanato dal presidente Carlos Menem. Solo nel 2010 la sentenza sarà applicata e riporterà in carcere i militari.

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