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L’addio del Paese ai caduti di Nassiriya

L’addio del Paese ai caduti di Nassiriya

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

L’addio del Paese ai caduti di Nassiriya

I funerali delle vittime dell’attentato in Iraq

Sabato 19 Novembre 2022, 10:29

È il 19 novembre 2003: «La Gazzetta del Mezzogiorno» racconta il dolore del Paese per l’addio ai caduti della strage di Nassiriya. Circa una settimana prima, il 12 novembre 2003, la città irachena è stata teatro di un attentato suicida contro la base del contingente militare italiano: si tratta del più grave attacco subito dalle truppe italiane durante una missione di pace. Il nostro Esercito, infatti, è impegnato in quei mesi in Iraq in una spedizione di peacekeeping per la missione «Antica Babilonia».

Un’autobomba carica di 150 kg di esplosivo riesce a introdursi nella base «Maestrale» dopo che un camion cisterna ha forzato il posto di blocco: una potentissima esplosione distrugge la palazzina del dipartimento logistico italiano e incendia il deposito delle munizioni.

Perdono la vita 28 persone: 19 italiani (tra cui 12 Carabinieri, 5 soldati dell’Esercito e 2 civili) e 9 iracheni: altre 58 persone vengono ferite. Insieme ai militari, dunque, è coinvolta anche una troupe da poco arrivata in Iraq per girare un documentario sul lavoro svolto dall’Esercito: il regista Stefano Rolla perde la vita, insieme ad un altro civile, il cooperante internazionale Marco Beci.

Nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, dopo l’arrivo delle salme in Italia, è allestita la camera ardente, meta di pellegrinaggio di cittadini. Il 18 novembre 2003, dunque, si svolgono i funerali di Stato nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, officiati dal cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte cariche dello Stato: quel giorno è proclamato il lutto nazionale. «Un applauso scrosciante e commosso ha accolto le 19 bare dei caduti all’uscita del Vittoriano e un altro, altrettanto fragoroso e toccante, le ha accompagnate mentre uscivano dalla Basilica di San Paolo, a cerimonia conclusa. Non tutti sono riusciti ad entrare, ma un maxischermo sistemato nel piazzale antistante la basilica ha permesso di seguire la messa anche agli esclusi per mancanza di spazio», si legge sulla «Gazzetta».

Tra i soldati caduti c’è anche il caporale Alessandro Carrisi: nato a Campi Salentina, ma cresciuto a Trepuzzi, al momento della strage aveva 23 anni ed era arrivato in Iraq solo un mese prima. Alla cerimonia partecipano anche i militari superstiti: «Hanno insistito, nei giorni scorsi, quando le condizione ancora non lo permettevano, chiedendolo ai vertici militari, ai rappresentanti delle istituzioni che sno andati a trovarli, l’ultimo, lunedì, il presidente della Repubblica Ciampi. «Certo che dovevamo esserci – hanno detto ieri dopo la cerimonia – potevamo esserci noi in quelle bare».

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