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«Allah è grande» ed è strage a Parigi

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

«Allah è grande» ed è strage a Parigi

Una serie di attacchi dei terroristi islamici

Lunedì 14 Novembre 2022, 17:26

È il 14 novembre 2015. «La Gazzetta del Mezzogiorno» titola «Nuova apocalisse a Parigi. Decine di morti e ostaggi». È stata una notte insonne per l’Europa intera. Ecco le notizie che arrivano dalla capitale francese: «Terrore senza precedenti a Parigi, almeno 60 morti e decine di feriti in almeno sei, forse sette, sparatorie in una città assediata da terroristi e teste di cuoio, ostaggi massacrati in una sala da concerti, decine di cadaveri attorno allo Stade de France, dove gli spettatori di Francia-Germania sono stati bloccati per ore. Il presidente François Hollande ha dichiarato lo Stato di emergenza».

Un commando armato collegato all’autoproclamato Stato Islamico ha sferrato una serie di attacchi terroristici a Parigi, nel cuore della città. L’azione principale si è svolta nel Teatro «Bataclan», nell’XI arrondissement, poco lontano dalla sede della redazione di Charlie Hebdo, insanguinata dagli attentati del 7 gennaio 2015, in cui avevano perso la vita dodici persone.
Quella sera, il Bataclan era sold out per il concerto del gruppo «Eagles of death metal»: migliaia di ragazzi erano arrivati da tutto il Paese per assistervi. «Un gruppo di terroristi ha gridato “Allah è grande” e ha aperto il fuoco sul pubblico, dove si è verificato un bagno di sangue: pare che i terroristi abbiano ucciso le persone una ad una». Altre sparatorie sono avvenute in bar e ristoranti nei pressi del quartiere ebraico di Parigi. L’operazione criminale non si è limitata a questo: «A Saint-Denis, allo Stade de France, tre esplosioni hanno scosso i 50.000 presenti all’amichevole Francia-Germania (s’è saputo solo un paio d’ore che si trattava di due attacchi kamikaze e di una bomba). I giocatori si sono fermati, alcuni spettatori sono riusciti a uscire, gli altri sono rimasti bloccati dalla polizia all’interno fin dopo il termine della gara. Immediatamente evacuato il presidente Hollande, che assisteva alla partita in tribuna d’onore».

In tutto, si conteranno 137 vittime, compresi alcuni degli attentatori, di 26 diverse nazionalità, 90 delle quali al Teatro Bataclan. Si è trattato della più cruenta aggressione in territorio francese dalla Seconda guerra mondiale. Sulla «Gazzetta» ancora non compare il nome di Valeria Solesin, ricercatrice veneziana di 28 anni, unica vittima italiana della strage del 13 novembre 2015. Lo scorso giugno è stata emessa la sentenza del maxi-processo contro gli attentatori: con le sue 148 udienze nell’aula bunker dell’Ile-de-la-Cité, è stato il processo più lungo celebrato in Francia dal dopoguerra. ​​Salah Abdeslam, unico superstite del commando che ha compiuto la strage, è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di riduzioni di pena.

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