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Strage di pugliesi nei cieli di Capo Gallo nell'estate del 2005

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Strage di pugliesi nei cieli di Capo Gallo nell'estate del 2005

La Gazzetta del Mezzogiorno del 7 agosto 2005 sulla tragedia aerea

Precipita l’aereo Bari-Djerba: 39 morti esattamente 17 anni fa. La «Gazzetta» deve purtroppo dedicare il suo giornale a questo «inferno»

Sabato 06 Agosto 2022, 09:50

«Strage di pugliesi verso l’isola tunisina di Djerba». È il 7 agosto 2005 e «La Gazzetta del Mezzogiorno» deve, purtroppo, dedicare quasi l’intera edizione alla tragedia consumatasi nelle acque al largo di Capo Gallo, in Sicilia. Il giorno prima, infatti, il volo Bari-Djerba della compagnia tunisina Tuninter ha effettuato un ammaraggio al largo di Palermo: meno di un’ora dopo il decollo, entrambi i motori si sono spenti. A bordo c’erano in tutto 39 persone. Vani i tentativi di atterraggio d’emergenza a Punta Raisi, l’Atr-72 si è spezzato in tre parti per l’impatto in mare.

Il 2005 è stato un anno funesto e subito salta fuori il sospetto che si tratti di terrorismo: «Questa maledetta estate è meglio che finisca presto. Prima le bombe a Londra, poi la tragedia a Sharm el Sheik e ieri questi altri lutti. E i pugliesi sempre lì, a patire e a morire: da Casarano a Bari, da Taranto a Fasano è la nostra gente che paga», scrive Michele Partipilo in prima pagina. Poco dopo la diffusione della notizia, in realtà, il ministero delle Infrastrutture ha chiarito: «Si è trattato di un incidente e non di un attentato terroristico».

Nella tragedia di Capo Gallo hanno perso la vita sedici persone: quattordici passeggeri pugliesi, tra cui una bambina, e due membri tunisini dell’equipaggio. «Sono viva perché mi ha salvata il mio ragazzo», racconta alla «Gazzetta» una dei 23 sopravvissuti. «Eravamo seduti uno accanto all’altro e ci siamo abbracciati quando l’aereo ha cominciato a perdere quota. Lui ha capito subito cosa stava accadendo e mi ha subito slacciato la cintura di sicurezza». Le prime indagini si concentrano sulla ricerca di impurità nel carburante: l’ultimo rifornimento era stato fatto a Bari. La procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari ha avviato le indagini sull’incidente: anche la Digos ha acquisito informazioni sulla permanenza del Bari-Djerba nello scalo barese.

Si scoprirà che il sistema di alimentazione non aveva avuto problemi: i motori dell’aereo si erano fermati perché era finito il carburante. L’errore era stato provocato dall’installazione di un pezzo di ricambio sbagliato, destinato ad un altro modello di aereo, che indicava un livello di carburante nei serbatoi diverso dalla realtà. Il processo si concluderà nel marzo del 2009 con la condanna del comandante e del copilota, colpevoli di aver scelto l’ammaraggio nonostante la possibilità di atterrare a Palermo, nonché del direttore generale della Tuninter, del direttore tecnico, del responsabile del reparto di manutenzione, di un meccanico. La sentenza, seppure con pene ridotte, sarà confermata in Cassazione alcuni anni dopo.

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