E' il senso della diffida che Smith ha inviato alla dirigente dell'Istituto comprensivo di Navelli (L'Aquila), Daniela Mininni, e al ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti.
Dall'istituto di Navelli dipende la scuola elementare di Ofena, frequentata dai tre figli del presidente dell'Umi. «Dopo aver appreso da Lei - si legge nella diffida - che nell'imminenza delle prossime festività cattoliche, ha intenzione di allestire il cosiddetto "presepe" all'interno dei locali della scuola di Ofena frequentata dai miei tre figli, la diffido con il presente telegramma dal compiere tale atto, in palese contrasto con gli articoli 3, 8 e 97 della Costituzione, che sostengono l'uguaglianza di tutti i cittadini e di tutte le religioni davanti alla Legge, e l'imparzialità della Pubblica Amministrazione».
Secondo Adel Smith, «definire, come ha fatto la Moratti, il presepe come portatore di un messaggio del valore universale dell'amore, è affermazione arbitraria che non può trovare riscontro in quanto pretende di rendere universale, unilateralmente, un simbolo non condiviso da tutti. Un meschino tentativo - commenta - di mascherare consapevolmente questa valenza esclusivamente religiosa e monoconfessionale del presepe, attuato al fine di aggirare tutti i principi inequivocabilmente multiculturali sanciti dalla Costituzione.
E' peraltro notorio come il presepe sia espressione di una sola religione, quella cattolica, ed è quindi un simbolo monoconfessionale, in quanto è altrettanto noto che esso non è affatto condiviso dalle altre religioni, e men che meno è condiviso dagli atei e dagli agnostici. Per la religione islamica da me praticata, ad esempio, Gesù è nato sotto una palma di dattero, e il presepe, che racconta di Gesù nato in una grotta, creerebbe una notevole confusione ai miei bambini».
In precedenza Smith aveva inviato due lettere alla dirigente scolastica in relazione «alla necessità di apprestare, in occasione della scorsa festività musulmana di Aid al Fitr, iniziative analoghe in quantità e qualità a quelle che sarebbero state messe in atto per le festività cattoliche. Le mie richieste sono state ignorate - aggiunge -, non è stata approntata nessuna iniziativa ed ora, dopo aver apprestato l'albero di Natale, Lei si accinge a preparare il presepe».
Secondo Smith questo lede i diritti dei bambini non cattolici, «le cui feste nella scuola non hanno la stessa importanza di quelle dei cattolici, e si trovano dunque a subire un'umiliante e gratuita mortificazione, come se in Italia non ci fossero altre religioni se non quella cattolica».
In mancanza di riscontri, Smith annuncia l'intenzione di ricorrere di nuovo alle vie legali.