Sabato 06 Settembre 2025 | 22:39

Lavorare stanca e l'assenteismo è una virtù: lo dimostra uno studio

 

Lunedì 27 Settembre 2004, 19:11

09 Marzo 2025, 16:20

NEW YORK - L'America che riduce all'osso i giorni di ferie e che sbandiera con orgoglio i propri record di produttività - neanche si fosse nel Giappone anni Ottanta - dovrà farsene una ragione: l'assenteismo è una virtù.
A ribaltare il luogo comune che vuole il bravo dipendente sempre al lavoro qualunque cosa capiti è uno studio condotto da un docente della Cornell University, Ron Goetzel, secondo il quale la vera spada di Damocle sulle imprese americane non è tanto l'assenteismo quanto il suo esatto contrario: il «presenteeism», ossia l'ostinato esserci sempre e comunque, in barba a malattie e infortuni, costi quel che costi.

Secondo la ricerca, pubblicata sul «Journal of Occupational an Environmental Medicine» - e ripresa dal «New York Times» - recarsi al lavoro quando non si dovrebbe e sarebbe meglio passare la giornata sotto le coperte comporta non solo fastidi per il dipendente, ma costi aggiuntivi per l'azienda costretta a sopportare un lavoratore incapace di svolgere al meglio la sua attività, poco motivato e potenzialmente pericoloso per i colleghi.
Una semplice influenza invernale portata sul luogo di lavoro da un impiegato solerte e indefesso - viene osservato - rischia di mettere in ginocchio aziende medio piccole e interi reparti con conseguenti rallentamenti nella produzione e dollari buttati al vento.

«Le perdite legate al calo di produttività dovuto al 'presenteeism' - riporta lo studio - pesano per il 60% sui costi che le società sostengono, in via complessiva, per i dipendenti malati eclissando, senza alcun dubbio, le spese per l'assenteismo e i benefit medici» concessi ai lavoratori.
Considerazioni, quelle della ricerca, confermate anche da un altro docente - Ronald Kessler, della Harvard Medical School - secondo il quale il fenomeno dell'essere sempre presenti «in America, è doppio rispetto a quello dell'assenteismo e pesa per almeno due terzi sulle perdite di produttività che si manifestano sul lavoro».
Per convincere i dipendenti che l'assenteismo - quando si sta male - può essere una virtù preziosa, molte aziende, osserva il New York Times, hanno iniziato a compiere opera di convincimento nei loro confronti incoraggiandoli a rimanere a casa, quando non si è 'utili alla causà e promettendo che in loro assenza nessuno, ne un superiore ne un collega, coprirà le loro mansioni.
A spingere gli americani a correre sempre in ufficio, infatti, pare essere il timore di perdere il proprio posto. Secondo un sondaggio condotto dalla fornitrice di servizi al lavoro ComPsych, lo scorso anno, l'81% degli statunitensi è andato al lavoro anche se ammalato per senso del dovere mentre il 29% per paura di vedere sfumare il proprio impiego. Nel corso del 2004, leggermente migliorato il quadro dell'occupazione, le percentuali sono pari al 77% e al 26%.
Gianluca Angelici

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)