Professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e consigliere regionale del Pd, già assessore alla Sanità della Regione Puglia, che succede in autunno? Torna l’emergenza Covid?
«Molto probabilmente assisteremo allo stesso scenario visto durante le stagioni passate. Non ci sono segnali che indicano una mutazione del virus né in bene né in peggio. L’immunità della popolazione è molto ampia».
Chi deve fare attenzione?
«Devono essere particolarmente accorti davanti a questa infezione sono soprattutto i soggetti deboli, per età e sensibilità ad alcune malattie. Nella circolare ministeriale si indicano prioritariamente alcune categorie: chi ha più di 60 anni, chi è in stato di gravidanza, e chi - anche con meno di 60 anni - è obeso, ha il diabete o malattie croniche».
Il ministero della Salute avvierà una nuova campagna vaccinale.
«È necessaria. Dobbiamo però intenderci su cosa è una campagna: se è semplicemente “una circolare” che dice alle Regioni “fate voi”, non va bene. Non è una campagna di vaccinazione. Tutto dipende da quanto interesse e risorse vorrà mettere in questa eventuale campagna di vaccinazione il governo».
Cosa non la convince?
«Attendo chiarimenti sulla volontà di politica sanitaria per investire su questa vaccinazione, con risorse adeguate per le Regioni. E’ necessaria, quindi, una linea nazionale: le vaccinazioni in passato sono andate bene perché erano effettuate con risorse del bilancio nazionale. Vorremmo sapere adesso quando arriveranno i vaccini, come saranno distribuiti, con quali meccanismi? Le Regioni non possono fare adesso le gare per vaccinare a ottobre. Ci sono aspetti logistici da definire in fretta».
Cosa cambia nei nuovi vaccini che saranno inoculati?
«Saranno monovalenti, non conterranno più il ceppo originario che c’era nei precedenti. Avranno solo il ceppo più recente di “omicron”. Sono più o meno gli stessi, tipo Moderna, Pfizer o Novavax: contengono la stessa proteina».
Quali suggerimenti per prevenire contagi nei prossimi mesi?
«È necessaria una campagna di informazione, che è mancata in questi mesi: non c’è stato alcun richiamo da parte del governo per evidenziare che il virus circola ancora e può ancora far danno, né che bisogna essere prudenti. L’appello ai comportamenti virtuosi non l’ho visto».
Cosa andrebbe puntualizzato da parte delle istituzioni?
«Bisogna ripetere che chi ha sintomi deve fare il test e, se si riscontra la positività, deve assumere precauzioni: stare a casa per evitare di diffondere il contagio e tenersi a distanza da persone fragili che potrebbero avere una forma grave di malattia».
Addio mascherine?
«Se una persona che ha sintomi di tipo respiratorio sarebbe bene che indossasse la mascherina. In assenza di una “norma sociale” che renda popolare e bene accetto di andare in giro con la mascherina, sarà una misura difficile da implementare. Deve diventare una “norma sociale”: è impossibile immaginare di imporla per decreto, non sarebbe giusto».