BARI - È ancora polemica in consiglio regionale tra maggioranza e opposizione sulle vicende dei concorsi Arpal e sul ruolo dell’ex dg Cassano. «Alla luce di quello che sta emergendo siamo sempre più convinti che il cambio di governance nell’Agenzia per le politiche attive del lavoro della Puglia (Arpal) fosse necessario»: lo dichiarano i consiglieri regionali del M5S, Grazia Di Bari, Marco Galante, capogruppo, e Cristian Casili. «Continuiamo a leggere notizie sempre più preoccupanti - sostengono - sul concorso Arpal per le assunzioni a tempo indeterminato. Sono tanti gli aspetti su cui far luce. Chiederemo ai nostri parlamentari di presentare un’interrogazione alla ministra del Lavoro, in cui si chiede se sia a conoscenza di quello che sta succedendo e se s’intendano avviare ulteriori verifiche. Sappiamo che l’Arpal è un’agenzia con una propria autonomia, ma i fondi arrivano dall’Anpal per attuare piani nazionali e regionali ed è necessario un monitoraggio a tutti i livelli. Parallelamente anche noi faremo una richiesta di accesso agli atti».
«Più che il senso del pudore quello che manca ai tre colleghi consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle è il senso del ridicolo. Perché se lo avessero avuto - replicano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia - non avrebbero annunciato la proposta di far fare ai propri parlamentari un’interrogazione al ministro del Lavoro per far luce su quanto sta accadendo all’Arpal. Invece di interpellare i parlamentari, infatti, i tre consiglieri non farebbero prima a chiedere conto al loro assessore Rosa Barone? Che, ricordiamo, ha avallato, come componente della Giunta Emiliano, la scelta di nominare direttore generale Massimo Cassano, nonostante i nostri insistenti e continui inviti a non farlo per il conflitto esistente ed evidente fra il ruolo amministrativo e quello di leader di un movimento politico. Fin dall’epoca - aggiungono - era evidente che il problema non era Cassano come persona, ma Cassano come politico, e in campagna elettorale si sa il «lavoro» è una materia molto sensibile».