C’è chi lo saluta positivamente, chi lo critica ferocemente e chi lo vede dicotomico rispetto alla linea condotta in passato: il discorso con il quale il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inaugurato il proprio mandato alla Camera, raccoglie opinioni discordanti tra le donne pugliesi impegnate in politica. Silvia Godelli, assessore della giunta Vendola, non usa mezzi termini e lo boccia decisamente. «Io credo – spiega - che il capo di un governo in un Paese come l’Italia o parte dai principi fondamentali della costituzione repubblicana in modo esplicito e dai valori della resistenza oppure non dice niente. Certamente, non penso che ci sia dietro le porte il rischio di una deriva fascista e autoritaria, sono invece certa che ci sarà un esplicito orientamento reazionario sui temi più importanti». Durissima la reazione sulla scelta di citare tante italiane del passato e del presente, che per Godelli è «un modo per fare simpatia nell’opinione pubblica, la condizione delle donne nel nostro Paese è ormai drammatica, insieme ai giovani e agli stranieri, sono le prime colpite violentemente dalle disuguaglianze sociali, l’elenco di belle persone o di donne importanti e famose non sfiora neanche lontanamente il tema di cui ci dovremmo occupare» e, sulla scelta di entrare in politica all’indomani della strage di via D’Amelio raccontata dal premier, Godelli spiega di temere che «sia solo retorica perché il problema della criminalità organizzata è ancorato alla mancata soluzione della marginalità sociale soprattutto nel Mezzogiorno». Possibilista è, al contrario, l’ex parlamentare del Pd Giusi Servodio che, pure nelle differenze ideologiche, lo definisce «un discorso molto equilibrato». «Quando ha fatto il riferimento molto bello alla storia di tante donne chiamandole per nome – puntualizza - mi ha fatto capire la sua sincerità e la sua convinzione di essere una donna al servizio anche delle altre donne. Non ho pregiudizi, perché l’ho sentita molto convinta su alcuni temi fondamentali quale la collocazione in Europa. Facendo riferimento alla sua storia – aggiunge - ha spiegato che c’è stata una pacificazione e che lei comunque è nata in una democrazia. Questa – spiega ancora Servodio - è un’occasione per una nostra riflessione come donne che vengono da una tradizione diversa rispetto a quella del presidente Meloni, è una spinta a elaborare un progetto culturale, politico e istituzionale in cui sia richiamato il merito delle donne per le cose che fanno, per il ruolo che possono svolgere». L’assessore comunale barese Pd Paola Romano, invece, è dubbiosa: «Sembra che racconti un mondo di vent’anni fa – polemizza - d’altronde il suo governo è sostanzialmente un Berlusconi quater, quindi lei da un lato dice che si propone come un momento di rottura, ma dall’altro, sia la scelta dei ministri, sia come affronta i temi all’interno del suo discorso, raccontano un mondo vecchio. Sul Sud, ad esempio, lei parla esclusivamente di infrastrutture e tutta l’economia sociale, il capitale umano che c’è al Sud, tutto quello che non ha anche fare con le infrastrutture ma con le persone non viene raccontato. Parla di legalità – continua - e poi ha Salvini con i suoi 49 milioni, tutto il discorso sulla libertà e ha detto che il suo punto di riferimento era Orban». Controsensi per Romano che mette in evidenza come Meloni «dica di voler aiutare i deboli ma vuole ridurre il reddito di cittadinanza, che ho gestito per quattro anni e che è una misura necessaria che va ampliata». Adriana Poli Bortone, una vita a destra, da ministro, parlamentare e sindaco di Lecce, ritiene che il discorso di Meloni sia stato «ampio, pieno di orgoglio, con una serie di indicazioni, di auspici più che altro, sono obiettivi ambiziosi da raggiungere che io, persona di destra, naturalmente mi auguro che si possano in qualche modo raggiungere». E poi, qualche velata critica al fatto che nel citare alcune donne italiane «non ne abbia citata nemmeno una di destra – possibile che non sia riuscita a trovarne una di destra?» e la «non sottolineata attenzione per il Mezzogiorno e per vere politiche di coesione, questo si abbina – conclude - all’affermazione molto forte che ha fatto sulla realizzazione dell’autonomia differenziata».

Godelli: «C’è una visione reazionaria». Poli Bortone: «Orgoglio e obiettivi ambiziosi»
Mercoledì 26 Ottobre 2022, 12:48