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Arpal, c’è l’accordo in maggioranza: Cassano resta, ma come consigliere

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Arpal, c’è l’accordo in maggioranza: Cassano resta, ma come consigliere

Depositata la nuova proposta di legge: il direttore generale decadrebbe ma potrà essere nominato in cda senza deleghe

Mercoledì 01 Giugno 2022, 12:50

BARI - L’Agenzia regionale per il lavoro sarà guidata da un consiglio di amministrazione composto da un presidente e due membri, cui farà capo un direttore generale che dovrà possedere gli stessi requisiti richiesti per la nomina a capo dipartimento della Regione. È questa la sintesi trovata nella maggioranza per risolvere il caso Arpal, esploso dopo le polemiche nei confronti del direttore generale Massimo Cassano.

Il testo è stato depositato ieri dai Popolari con Emiliano (Lanotte, Stea, Stellato, Leo, Tammaco e Clamente) sottoforma di emendamento alla proposta di legge dei quattro consiglieri di maggioranza (Tutolo, Amati, Mazzarano, Mennea) che puntava ad affidare l’Arpal a un amministratore scelto tra gli avvocati cassazionisti o i professori universitari. L’unico punto di contatto tra le due proposte è che, in un caso e nell’altro, è prevista la decadenza di Cassano: il direttore generale resterà in carica soltanto «sino al completamento dell’assetto normativo e statutario conseguente alla presente novella normativa». Cioè in ogni caso ben oltre l’estate, visto che difficilmente il Consiglio voterà la legge prima di fine giugno.

La scadenza naturale dell’incarico triennale di Cassano è il prossimo anno. L’ex sottosegretario al Lavoro, cui fa riferimento una delle liste civiche a sostegno della coalizione di Emiliano, sul punto non vuole parlare. Ma proprio il governatore si è impegnato per una mediazione con la maggioranza e dunque per una soluzione non traumatica alla crisi aperta dopo il caso delle assunzioni interinali di persone vicine alla lista civica di Cassano. Tanto che la mediazione consentirebbe all’ex sottosegretario di rimanere comunque in cda, seppure senza ruoli operativi.

Cassano si mostra tranquillo, respinge le polemiche e ribadisce di aver fatto sempre il proprio dovere. E si intesta il merito di aver «inventato» l’Arpal, creandola da zero in due anni da commissario.

L’accordo in maggioranza è stato suggellato nei giorni scorsi dal segretario regionale del Pd pugliese, Marco Lacarra («Una proposta di legge di buonsenso, orientata ad una migliore gestione di un’agenzia come Arpal, strategica in questo particolare periodo storico»). L’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo, ha condotto la mediazione tra la maggioranza ed Emiliano. Per convincere i più riottosi ha dovuto garantire che la giunta non finanzierà un centesimo oltre la spesa storica dei formatori, che significa uno stop alla sostituzione del personale andato in pensione. Ovvero al meccanismo che, tramite l’ente di formazione Epcpep, ha consentito di assumere più di un figlio di consigliere comunale riconducibile a Cassano. Ma è probabile che Tutolo e soci presenteranno un ulteriore emendamento per restringere anche i requisiti per la nomina a consigliere di amministrazione, così da sbarrare la strada al ripescaggio del dg.

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