Martedì 28 Ottobre 2025 | 23:40

Tumori, epatologo Toniutto: "Rete regionale per cura in base a complessità epatocarcinoma"

Tumori, epatologo Toniutto: "Rete regionale per cura in base a complessità epatocarcinoma"

 
Agenzia Adnkronos

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Tumori, epatologo Toniutto: "Rete regionale per cura in base a complessità epatocarcinoma"

'con immunoterapia si possono raggiungere criteri di trapiantabilità'

Martedì 28 Ottobre 2025, 15:20

Roma, 28 ott. (Adnkronos Salute) - In Friuli Venezia Giulia "esiste una rete epatologica regionale che ha come obiettivo quello di identificare tutti i centri ambulatoriali e ospedalieri della nostra regione che svolgono un’attività epatologica, sia di tipo ambulatoriale che di ricovero per condividere percorsi di referral dei pazienti con malattia epatica, a seconda della complessità, a ospedali che siano in grado di gestirla. In quest’ambito si colloca la gestione dell’epatocarcinoma, malattia che spesso insorge su un fegato cirrotico, che attualmente ha numerose opzioni terapeutiche, tra le quali il trapianto di fegato". Lo ha detto Pierluigi Toniutto, responsabile Unità di Epatologia e trapianto di fegato, Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, in occasione di ‘Ottobre, il mese nazionale di sensibilizzazione sui tumori del fegato’. (VIDEO)

"La mia unità è l’unità medica del trapianto di fegato della nostra regione - spiega Toniutto - A abbiamo quindi condiviso, attraverso la rete epatologica regionale, il corretto invio dei pazienti che possono giovarsi del trapianto presso la nostra unità, attraverso dei criteri condivisi che saranno tra breve anche oggetto di un Pdta- Percorso diagnostico terapeutico assistenziale, regionale. Il rapporto quindi con il centro trapianti è massimo".

Per quanto attiene l’innovazione dei trattamenti, "l’immunoterapia - precisa l’esperto - ha sicuramente rappresentato una svolta epocale non solo per poter trattare l’epatocarcinoma in uno stadio avanzato, con tassi di risposta che fino a poco tempo fa erano impensabili, ma soprattutto nell’ottica del trapianto". Oggi si possono "trattare pazienti anche in uno stadio intermedio con l’obiettivo di ottenere quella che viene definita conversion therapy, cioè la possibilità di portare un paziente che inizialmente potrebbe non essere trapiantabile, per estensione di malattia, a criteri di trapiantabilità. La nostra esperienza - conclude - è che circa il 20% raggiunge questo obiettivo, quindi consente ai pazienti di avere una terapia definitiva per l’epatocarcinoma".

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