BARI - «Se a Hollywood ci fosse il mare, sarebbe una piccola Bari». Ugo Gregoretti, al solito mordace ma bonario, chiuse così la serata finale del festival al Kursaal Santalucia nel gennaio 2009. Si chiamava allora «Per il cinema italiano» e fu una sorta di numero zero di ciò che sarebbe diventato il Bif&st. Il debutto avvenne di lunedì mattina con «La terra» di Sergio Rubini girato a Mesagne e a seguire una conversazione con il regista-attore pugliese, forse il più generoso verso le radici, per i tanti film ambientati qui e per le iniziative cui non si è mai sottratto: «Quando sogno, sogno Grumo Appula», confessò Rubini. Ben prima delle 9 di quel lunedì 12 gennaio c’era la fila fuori dal Kursaal e fu subito chiaro che Felice Laudadio, già direttore di Venezia e di altri festival nel mondo, aveva vinto la scommessa di creare una kermesse nella regione dove anche lui è nato. Anzi, di ricrearla, dopo l’edizione barese rimasta unica e memorabile di Europa Cinema nel 1988.
Una visione coerente con il lavoro sulla «filiera» (Circuito d’Autore, Progetto Memoria, sostegno alle produzioni) che la giovane Apulia Film Commission aveva avviato da un paio d’anni. L’idea del festival nacque in una chiacchierata di Laudadio con i vertici Afc alla Berlinale 2008.
Molta acqua è passata sotto i ponti di Barison County e il flusso non si è mai interrotto, persino nelle stagioni dominate dalla paura della pandemia. Il Bif&st è una vetrina internazionale, ma è anche o soprattutto una festa della città e del pubblico a partire dai più giovani. E naturalmente è una festa della Settima arte, che del resto custodisce una matrice barisienne grazie ai primi teorici del cinematografo Ricciotto Canudo e Sebastiano Arturo Luciani.
«Il cinema, l’immortale» è il titolo efficace che Daniele Vicari ha impresso a un suo recente saggetto per i tipi di Einaudi. Ha ragione: il Covid l’ha piegato e desertificato in favore delle piattaforme streaming, ma non l’ha cancellato. La voglia di uscire la sera (o la mattina) per stare insieme, pensare, sognare, innamorarsi di uno sguardo, rinnova a Bari la sua promessa. Bentornato Bif&st!