di ALBERTO NUTRICATI
Da una scienziata casaranese la scoperta che potrebbe rappresentare la nuova frontiera in termini di diagnosi e cura dell’Alzheimer. Annalena Venneri, dello Sheffield Institute for Translational Neuroscience (SITraN) in Gran Bretagna, ha recentemente pubblicato sul «Journal of Alzheimer’s Disease», gli importantissimi risultati degli studi condotti sulla patologia.
Nello specifico, dopo aver eseguito dei test cognitivi e delle risonanze magnetiche su 29 pazienti con Alzheimer, 30 soggetti con declino cognitivo lieve e 51 persone sane, la Venneri e Matteo De Marco della Università di Sheffield hanno individuato una correlazione tra dimensioni e funzioni dell’area tegmentale-ventrale (Vta) con le dimensioni dell’ippocampo e le funzioni cognitive dell’individuo. Nello specifico, più piccola risulta la Vta, minori sono le dimensioni dell’ippocampo e la capacità del soggetto di apprendere e ricordare.
Gli scienziati italiani hanno scoperto, attraverso lo studio condotto su pazienti, il ruolo fondamentale svolto nell’Alzheimer da parte della Vta. L’area in questione rilascia la dopamina, una importante molecola che influisce sulla capacità di apprendere e ricordare. In caso di malfunzionamento della Vta, l’ippocampo, considerato il “centro della memoria”, ne risente in modo più o meno grave
Lo studio potrebbe rivoluzionare, nel vero senso del termine, l’approccio alla patologia, sia attraverso una diagnosi precoce, sia attraverso terapie sempre più incisive. Questa scoperta potrebbe portare all’utilizzo di farmaci che stimolano il rilascio di dopamina.
«La nostra scoperta – commenta la Venneri – indica che se l’area Vta non produce la corretta quantità di dopamina per l’ippocampo, questo non funziona più in modo efficiente. Questa scoperta può potenzialmente condurre a un nuovo modo di intendere gli screening per la popolazione anziana in caso di primissimi segnali di Alzheimer, cambiando la modalità in cui vengono acquisite e interpretate le scansioni diagnostiche del cervello e utilizzando differenti test per la memoria».
Nel 2015, la Venneri aveva coordinato un altro importante studio teso a dimostrare come la stimolazione magnetica transcranica sia in grado di ridurre i sintomi da astinenza e l’uso di droga nelle persone dipendenti da cocaina. In quello stesso anno, la Venneri era stata nominata «Scienziata della settimana» dalla rivista specializzata «Laboratory Equipment».
In effetti, l’attività scientifica della scienziata salentina è vastissima. Dopo aver frequentato il liceo classico a Casarano, ha studiato medicina all’Università di Modena e psicologia alla Università di Padova. Successivamente ha conseguito un master a Padova e il dottorato nel regno Unito. Numerosissimi gli incarichi professionali, accademici e clinici. Lunghissimo l’elenco delle pubblicazioni. Attualmente è docente al dipartimento di neuroscienze dell’Università di Sheffild e collabora con diversi atenei italiani e inglesi.