MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Gli incontri avvenivano in ristoranti di lusso tra Bari e Trani. Servivano per parlare di appalti. A pagare il conto era sempre Massimo Manchisi, l’imprenditore finito ai domiciliari il 5 dicembre nell’ambito dell’inchiesta sull’Arca Puglia e recentemente liberato dal gip, nonostante il parere contrario della Procura che intercettando lui e Sabino Lupelli, l’ex dg dell’Agenzia per la casa, è arrivata all’ex assessore regionale Filippo Caracciolo. Ora le carte di questo nuovo filone di inchiesta, che il 6 febbraio ha portato alla perquisizione di Caracciolo e alle successive dimissioni, sono finite in discovery. E raccontano che nel mirino del gruppo non c’era solo la gara da 5,8 milioni per la nuova scuola media di Corato, ma anche il project financing per il cimitero di Barletta e gli appalti dell’Acquedotto Pugliese.
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