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Legge per l'acqua al Sud
è lite tra Emiliano e De Luca

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Legge per l'acqua al Sudè lite tra Emiliano e De Luca

La Pavoncelli

Aqp, la proproga della concessione fino al 2021. Il governatore campano: Ci tolgono Caposele

Mercoledì 20 Dicembre 2017, 11:12

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - Alla fine il compromesso in sede parlamentare prevede di prorogare la concessione di Acquedotto Pugliese al 31 dicembre 2021. Tre anni anziché i cinque iniziali. Un orizzonte temporale che la Regione, ieri, considerava più che soddisfacente. Ma l’emendamento presentato da Dario Ginefra (Pd), che attua il progetto dell’Acquedotto del Sud, ha scatenato una polemica andata avanti per tutto il giorno e chiusa a sera da Michele Emiliano, quando i feedback in arrivo dalla Camera gli hanno confermato che la norma per l’acqua del Mezzogiorno sarebbe stata riproposta con un emendamento del governo.

Letta la «Gazzetta», ieri mattina, il governatore campano Vincenzo De Luca aveva definito l’iniziativa pugliese «un atto di malvivenza politica»: «Vogliono scipparci le sorgenti di Caposele per darle all’Acquedotto Pugliese», aveva tuonato interpretando così i contenuti dell’emendamento Ginefra in cui si propone di creare una nuova società che, raccogliendo l’eredità dell’Ente Irrigazione, gestisca le opere di adduzione inizialmente per Puglia, Basilicata e Campania e poi - su adesione volontaria - per l’intero bacino idrografico dell’Appennino meridionale. Con la possibilità (e non l’obbligo) per le Regioni di far gestire a questa società le proprie infrastrutture idriche.

Emiliano ha replicato in maniera morbida a De Luca, parlando di «equivoco», ma non è stato altrettanto tenero con chi sta ostacolando il suo progetto. «De Luca ha il timore che la Puglia gli porti via Caposele - ha detto il presidente pugliese - ma non è assolutamente così. Dobbiamo anzi mettere l’Acquedotto Pugliese a disposizione di tutto il Mezzogiorno, perchè divenga una società di tutte le Regioni del Sud». Emiliano ha poi ricordato che Aqp «perde la la concessione nel 2018 e rischia, per poter mantenere i contratti di servizio, di dover fare entrare di colpo tutti i Comuni nella gestione dell’Aqp, creando enormi problemi di governance. Alcuni deputati del mio partito - il riferimento, durissimo, è al parlamentare salentino Fritz Massa - si stanno opponendo in maniera disperata alla proroga del contratto. Siamo di fronte a una politica fatta di avvocati che hanno lo studio legale, il cliente che lavora con l’Acquedotto, e fanno i parlamentari e discutono di queste cose in Aula».

Anche Ginefra, che per settimane ha tessuto la tela con lo staff di Emiliano, coordinandosi con il presidente della Bilancio, Francesco Boccia, ritiene incongruo l’allarme lanciato dal governatore della Campania: «Evidentemente - ha detto - il presidente De Luca non ha approfondito la nostra proposta. In caso contrario, avrebbe senz’altro apprezzato lo sforzo teso a pianificare e gestire le risorse idriche in maniera unitaria ed efficiente. Così come ha avuto modo di chiarirre il presidente Emiliano, nessuno ha mai pensato a uno scippo delle sorgenti di Caposele: saranno le Regioni, e solo se lo vorranno, a conferire alla nuova società la gestione delle loro infrastrutture idriche. Non è un caso se il governo ha immediatamente accolto questa nostra iniziativa, comprendendone il significato sincero e propositivo». Anche ieri la discussione sugli emendamenti è andata avanti fino a tarda notte. Prima che la proposta per l’acqua del Sud fosse recepita dal governo, era spuntato un emendamento Finocchiaro che riduceva a un anno la proroga della concessione di Aqp.

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