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«Lady Asl, legittimo il licenziamento»
La Cosentino risarcirà la Regione

 
«Lady Asl, legittimo il licenziamento» La Cosentino risarcirà la Regione

Aveva ottenuto 400mila euro: in appello sentenza ribaltata

Giovedì 05 Ottobre 2017, 09:44

BARI - A maggio 2015 un giudice del Lavoro stabilì che non c’erano i presupposti per allontanarla dalla guida della Asl di Bari, riconoscendole il diritto a un risarcimento di 292mila euro oltre il danno di immagine e gli interessi. Ma ieri la Corte d’appello di Bari ha ribaltato quella sentenza, ed ha stabilito che il licenziamento di Lea Cosentino fu legittimo: la manager che all’epoca venne ribattezzata Lady Asl dovrà anche pagare 12mila euro di spese legali alla Regione.

I motivi della decisione si conosceranno tra qualche giorno. Ma è probabile che il collegio di appello abbia valorizzato la tesi della Regione (avvocato Alberto Coccioli) circa il venir meno del rapporto di fiducia. Erano i tempi dello scandalo sanità, e la giunta guidata da Nichi Vendola - all’indomani di un avviso di garanzia per una delle tante inchieste sugli appalti - chiese alla Cosentino di presentare le dimissioni. Non ottenendole, la sospese dall’incarico il 1° luglio 2009, licenziandola poi il 22 settembre 2009, quasi due anni prima della scadenza naturale del contratto (19 maggio 2011).

A maggio 2015 in primo grado il giudice stabilì che la Regione aveva violato i doveri di buona fede e imparzialità, ed oltre che il maxi-risarcimento (a conti fatti, parliamo di quasi 400mila euro) ordinò anche la trasmissione degli atti alla Corte dei conti. Ma in realtà la Cosentino non ha visto un centesimo, perché la sentenza è stata successivamente sospesa. Ed ora la Corte d’appello, come detto, ha accolto il ricorso di via Capruzzi dichiarando assorbito quello incidentale presentato dalla Cosentino, condannata anche alle spese.

I riflettori su Lady Asl non si sono ancora spenti, soprattutto perché - nonostante siano passati quasi 10 anni dai fatti - i procedimenti penali non sono ancora conclusi. A luglio scorso, la Corte d’appello ha ridotto da 3 anni e 3 mesi a 2 anni e 9 mesi la condanna nei suoi confronti per la bonifica degli uffici della Asl dalle microspie, vicenda per la quale la manager salentina venne anche arrestata a gennaio 2010. Ed è imminente (ultima udienza a metà ottobre) la sentenza per una vicenda ancora più vecchia, quella relativa agli appalti della Asl tra il 2008 e il 2010, in cui è imputato anche l’ex re delle protesi Giampaolo Tarantini. Quindici delle 21 ipotesi di reato sono ormai prescritte, ma per la Cosentino è stata chiesta una condanna a quattro anni e sei mesi per peculato e corruzione. [m.s.]

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