Natuzzi sospende il Piano industriale concordato nel 2013 e non sottoscrive il contratto di programma. Una decisione, quel,a comunicata ieri alla Cabina di regìa presso il ministero dello Sviluppo economico, che getta nuove ombre sul futuro occupazionale di 1.300 lavoratori. A innescare tale decisione l'ordinanza del giudice del lavoro del tribunale di Bari con cui è stata disposta la reintegra di 3 dei 176 lavoratori che avevano rifiutato il ricollocamento presso la New.co e impugnato il licenziamento dell’ottobre 2016, contestando l’iter della procedura di mobilità applicata limitatamente ai collaboratori in Cigs presso lo stabilimento di Ginosa. Una azione che innescherà una serie di ricorsi a cascata che provocheranno inevitabilmente un impatto, ritenuto per l'azienda insostenibile, se dovesse riguardare tutti i 176 lavoratori coinvolti.
Una posizione che vede una ferma denuncia dei sindacati Feneal, Filca e Fillea, che stigamtizzano tale scelta dopo la decisione della magistratura. «L'azienda - scrivono - ha dichiarato che per ogni lavoratore reintegrato dal giudice ci sarà un lavoratore licenziato tra quelli che stanno lavorando».
Per Feneal Filca Fillea «tutto questo è inaccettabile. Comprendiamo che tali sentenze rappresenteranno un ingente costo economico ma, dal nostro punto di vista, usarle come pretesto per ritirare gli investimenti ed il piano industriale non è concepibile. Abbandonare il piano industriale e gli investimenti significa tornare indietro di 10 anni, mettere nuovamente a rischio 1300 posti di lavoro e vanificare tutti gli sforzi compiuti, in primis dai lavoratori. In questi anni - proseguono - siamo riusciti a preservare gran parte delle produzioni riportando lavoro dall’estero in Italia e rimettendo nel processo produttivo diretto alcune lavorazioni che venivano esternalizzate, in controtendenza con quanto sta avvenendo ancora in gran parte del Paese.».
Natuzzi, tuttavia, ha fatto già sapere che rispetterà la decisione del giudici e «il prossimo 3 luglio, i tre lavoratori reintegrati verranno collocati in formazione per la riqualificazione e successivo reinserimento nel ciclo produttivo. L’azienda, tuttavia, non ha potuto negare di trovarsi di fronte a uno scenario che potrebbe avere impatti significativi sull’attuale assetto industriale, poiché l’inserimento di ulteriori 176 lavoratori nel ciclo produttivo non è sostenibile, né economicamente né industrialmente. Pertanto - prosegue la nota - quando il quadro della situazione sarà definito e si conoscerà il numero esatto dei lavoratori da reintegrare, l’azienda provvederà contestualmente alla loro reintegra al licenziamento, secondo i criteri di legge, di altrettanti lavoratori attualmente in organico».
Inoltre, a causa dell’impatto economico/finanziario derivante anche dagli altri contenziosi «inerenti le differenze retributive per mancata rotazione CIG nel corso degli ultimi 10 anni – per la cui gestione la società ha già stanziato un fondo di 13,5 milioni di euro – Natuzzi si vede costretta a sospendere i nuovi investimenti previsti dal Piano Industriale e a non sottoscrivere il Contratto di Programma».
Sulla New.Co di Ginosa che Natuzzi si era impegnata a costituire per dare un’altra occasione lavorativa a dipendenti da oltre 12 anni in Cassa Integrazione «vista l'esiguità dei lavoratori che hanno accettato la ricollocazione, l’azienda si vede impossibilitata ad avviare l'implementazione del relativo Piano Industriale. Come sostenuto durante la Cabina di regia, Natuzzi si impegna - entro ottobre 2017 - a trovare una soluzione per i 32 collaboratori assunti».
Il Gruppo sottolinea che in questi anni – in sinergia con i Sindacati e le Istituzioni – ha sempre lavorato con l’obiettivo di recuperare la competitività delle produzioni italiane e salvaguardare l’azienda, sostenendo, dal 2001 ad oggi, investimenti per circa 1 miliardo di euro. (Nicola Pepe)