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Migranti per le ciliegie
«Rischio caporalato»

 
Migranti per le ciliegie «Rischio caporalato»

Allarme del sindaco di Turi per la stagione della raccolta

Sabato 13 Maggio 2017, 09:47

Valentino Sgaramella

«Non vorremmo in maniera inconsapevole divenire lo strumento per commettere attività illecite come il caporalato». A lanciare il timore che le mani dei mediatori abusivi di manodopera possano intercettare in modo «organizzato» le decine di lavoratori stagionali stranieri che ogni anno, a maggio, giungono per la raccolta delle ciliegie, è il sindaco di Turi, Domenico Coppi. «Parto da una semplice riflessione. Nella nostra città giunge ogni anno per la raccolta cerasicola un notevole numero di lavoratori stranieri muniti di regolare permesso di soggiorno – dice piano Coppi nella sala giunta del Municipio -. Perché questo fenomeno esiste soltanto a Turi e non in altri Comuni viciniori forti produttori di ciliegie come Sammichele, Casamassima, Conversano?».

Non si tratta assolutamente dell’ennesima sparata contro i migranti di un sindaco leghista. Il primo cittadino adombra qualcosa di più che un semplice timore. Di certe cose, forse, si ha sentore, in un paese piccolo le voci corrono come il vento. «Si potrebbe fare l’ipotesi per cui queste persone siano state attratte a Turi, in qualche maniera chiamate da qualcuno», dice.

Coppi ha scritto al prefetto, al comandante provinciale della Guardia di finanza, al comandante della Compagnia dei Carabinieri di Gioia e all’Ispettorato territoriale del lavoro per portarli a conoscenza di questo timore. Il sindaco chiede maggiori controlli sottolineando che il contratto collettivo in agricoltura prescrive che, quando i lavoratori giungono da lontano, il datore di lavoro è tenuto a disporre di locali idonei per il pernottamento, ad esempio.

«Non è possibile che in modo inconsapevole per motivi umanitari e di decoro si divenga strumento di atti non leciti», ripete. Forse un sospetto fondato? «Voglio lanciare una pietra nello stagno. Per me è un timore perché è qualcosa su cui non ho le prove ma credo che possa esserci qualcosa».

E ricorda un episodio. I sindaci di una decina di Comuni agricoli del territorio furono convocati dal Prefetto qualche anno fa. «In quella sede – dice Coppi - dissi che i lavoratori arrivano solo a Turi e sospetto che vi sia qualcuno che gestisce questa manodopera in modo non corretto rispetto alle nuove normative contro il caporalato».

La raccolta delle ciliegie sta per partire. Turi e i centri limitrofi sono il cuore del cosiddetto «oro rosso», la ciliegia della pregiata varietà «ferrovia». Nel 2016, il Comune attrezzò in uno spazio adiacente al cimitero una tendopoli con container capace di ospitare le diverse decine di lavoratori giunti da ogni dove. Turi ricevette riconoscimenti istituzionali ufficiali per l’alto grado di accoglienza in quell’occasione.

Giusy Caldararo assessore ai servizi sociali, con il sindaco, ha avuto ripetuti incontri con Prefetto e Questore sin da gennaio scorso. Di recente, purtroppo, è accaduto un imprevisto. «Ci è stato detto che le tende fornite l’anno scorso e che abbiamo restituito in condizioni ottimali sono state concesse al Comune di Nardò nel cui campo di accoglienza sono andate distrutte. I container che ci avevano dato l’anno scorso sono in manutenzione per cui non possono concederli a Turi», dice Caldararo.

Servono 10 tende e 3 container, di cui una con le docce ed una con bagni ma anche contributi per la manutenzione e pulizia delle tende, opere idrauliche e di pubblica illuminazione per circa 25mila euro. Sembra che dopo un incontro del sindaco con il presidente Michele Emiliano la Regione abbia già acquistato le prime 5 tende.

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