ROMA - Un uomo armato ha sparato davanti ad una moschea di Istanbul ferendo almeno due persone prima di fuggire. Lo riferiscono i media locali. La sparatoria è avvenuta nel quartiere di Sariyer.
L'episodio avviene a poche ore dall'attentato nella discoteca Reina, rispetto al quale non ci sono italiani coinvolti, costato la vita ad almeno 39 persone, fra cui 15 cittadini stranieri. E queste sembrano essere finora fra le poche certezze che emergono dopo 15 ore dall’attacco, che è ancora largamente avvolto nella confusione e ancora non è stato rivendicato: non si sa con certezza se il terrorista abbia agito effettivamente da solo.
Di lui si sa che è entrato vestito di nero e incappucciato con un fucile automatico in braccio con cui ha sparato ad un agente di guardia al locale, che all’interno era vestito di bianco con un cappello a pon-pon bianco in stile Babbo Natale, che si è cambiato dopo aver massacrato le persone all’interno del locale, "sparando ovunque, come un pazzo», ed è riuscito a fuggire nella notte, scatenando stamani una gigantesca caccia all’uomo estesa a tutta la Turchia ala quale partecipano almeno 17.000 agenti. Le poche certezze sono quelle suggerite dalle immagini catturate dalle telecamere di sicurezza, ma alcuni testimoni sopravissuti alla strage hanno raccontato di aver sentito sparare più di una persona, forse due o tre terroristi.
Il bilancio della strage, reso noto dal ministro dell’Interno turco, Suleyman Soylu, è di 39 morti, fra i quali vi sono 15 stranieri. Fra questi cittadini sauditi, marocchini, libanesi e libici e di sicuro c'è una ragazza israeliana di 18 anni, che risultava dispersa e della cui morte ha dato conferma il ministero degli Esteri dello Stato ebraico. Certa è anche la morte di un agente di sicurezza, forse di polizia, che era sopravissuto il 10 dicembre scorso al duplice attentato dinamitardo al vicino stadio di calcio del Besiktas, nel quale restarono uccise 38 persone. Il governo del Belgio conferma inoltre la morte di un ventenne belga di origini turche.