Sabato 06 Settembre 2025 | 20:04

Direzione Pd, parla solo Renzi
Emiliano: democrazia mortificata

 
 Emiliano sfida Renzi  nel segno di Taranto

la scalata dalla puglia Corsa alla guida del Pd, il governatore punta sul congresso

Mercoledì 07 Dicembre 2016, 12:05

08 Dicembre 2016, 13:15

«Come volevasi dimostrare non è stato dato alcuno spazio al dibattito durante la Direzione Nazionale che é durata pochi minuti e che é servita solo a creare la scena di una dichiarazione prevedibile e priva di volontà di dibattito politico. Convocare centinaia di persone da tutta l’Italia per confezionare una scena del genere è una mortificazione della democrazia interna e della dignità del partito. Sono senza parole». Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano commentando la Direzione del Pd.

Michele Emiliano e Matteo Renzi si sono accuratamente sfiorati nella due giorni romana del governatore pugliese, ormai in corsa per la sfida alla guida del Pd. Emiliano, nelle vendette incrociate che fioccheranno, è invece intenzionato ad incalzarlo soprattutto su un punto: la convocazione di un congresso nel quale misurarsi per la guida del partito. I germogli della battaglia, dopo le schermaglie su Ilva, Tap, trivelle e chi più ne ha più ne metta, si sono materializzati sin da ieri, con la fiducia sulla manovra finanziaria che ha definitivamente escluso la possibilità di infilare, all’ultimo, il famigerato «emendamento Taranto», ovvero i 50 milioni di euro con cui derogare sulla sanità pugliese consentendo alla Asl jomica 1.800 stabilizzazioni di operatori con cui far fronte agli effetti dell’inquinamento Ilva. «Per accelerare le procedure, verrà posta la fiducia al Senato sulla legge di Stabilità e quindi non c'è lo spazio per reinserire l’emendamento. Non sono indignato, - rimarca Emiliano - di più».

Quindi l’affondo: «il governo, senza nessuna ragione, decise nel pieno della campagna referendaria di sottrarre i 50 milioni, che erano il frutto di un accordo tra me, il presidente Renzi, il Pd e il presidente della Commissione Bilancio, Boccia. Un atto inopinato, motivato da ragioni che non sono state spiegate dal sottosegretario De Vincenti. Le conseguenze di questa follia sono quelle di oggi. È possibile che la politica, gli imbrogli, le pastette e i dispetti - dice - inquinino le decisioni che gravano sulla pelle, perfino, dei bambini di Taranto?». Quei 50 milioni di euro in più «sono una goccia nell’oceano ma servivano a recuperare dati epidemiologici che derivano da un inquinamento di Stato consentito dai decreti del governo della Repubblica. L’Ilva è una mitragliatrice che spara sulla folla inerme, e non mi consentono neanche di avere quella quota di risorse in più per portare i feriti in ospedale e curarli».

Collocato tra gli «outsider» delle correnti Pd, Emiliano - agitando la bandiera dei «danni» che il governo Renzi e il suo Pd starebbero commettendo sulla Puglia - dovrà vedersela con l’altro anti-renziano del Nord, Enrico Rossi, nella corsa alla leadership del partito. E, nel frattempo, tenere a bada chi già lo rimprovera di aver, in realtà, mollato la Regione (sebbene ad ogni occasione pubblica insista sulla volontà di continuare il suo mandato da governatore) per i giochi di partito. «Invece di partecipare ai lavori del Consiglio regionale, chiamato a discutere di questioni decisive, il presidente “pasticcione” - attacca Andrea Caroppo (FI) - passeggia per Roma alle prese con questioni interne al Pd nel vano tentativo di scalare il partito: dopo un anno già abbandona i pugliesi. Abbiamo già visto questo film con Vendola ed è un film che finisce male, per lui e per la Puglia».

Guardano, invece, con attenzione (e sostegno) quelli dell’Udc alla corsa di Emiliano. Ieri, dopo il divorzio ufficiale dal Ncd di Alfano, anche in Puglia i «Popolari» - già smarcati dagli alfaniani di Area Popolare nella campagna elettorale delle regionali 2015 e poi sui banchi del consiglio regionale - hanno ribadito il loro sostegno al Pd anti-renziano e a Emiliano. Lo fa l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Negro, rimarcando che «un italiano su tre è in stato di assoluta povertà e una classe politica deve pensare a mettere in campo misure di sostegno a favore di questi cittadini e non certo degli interessi delle banche. È questa l’idea che abbiamo noi di welfare nella Puglia e che il governo regionale con il presidente Emiliano stanno portando avanti con determinazione». E lo fa il capogruppo, Napoleone Cera: «L’Udc non poteva continuare a prestare il fianco alla sudditanza di Alfano nei confronti del premier, ma soprattutto - dice - non poteva ignorare la chiara indicazione della volontà popolare che ha bocciato la linea riformista del governo. Né Renzi né Alfano (coadiuvato da Casini) possono continuare a fare finta di nulla. L’Udc resta leale alleata del Pd e auspica la pronta costruzione di un soggetto politico credibile e vicino al popolo dei moderati». Che sia proprio Emiliano il candidato a guidarlo?

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