BARI - La stipula e il rinnovo dei contratti tra Aeroporti di Puglia e Ryanair è sempre avvenuta con la piena consapevolezza della Regione e per la «necessità di far fronte a una situazione emergenziale e contingente, dovuta alla revoca della licenza d’esercizio in cui era incorsa la compagnia aerea Myair la quale, a seguito di aggiudicazione dei relativi bandi, copriva numerose rotte in forza di altrettanti contratti». È quanto ha scritto il gip del Tribunale di Bari, Marco Galesi, nelle motivazioni del provvedimento con cui ha accolto la richiesta di archiviazione dell’indagine ai danni di Domenico Di Paola, Giuseppe Acierno, Marco Franchini e Patrizio Summa, rispettivamente ex e attuale amministratore, direttore generale e direttore amministrativo di Aeroporti, dall’accusa di abuso d’ufficio per aver omesso di far precedere il contratto da una gara d’appalto.
Il Tribunale, come detto, accolto la tesi della Procura di Bari (l’aggiunto Lino Giorgio Bruno e il sostituto Luciana Silvestris) secondo cui non c’è prova che i vertici della società abbiano voluto «procurare un vantaggio patrimoniale a Ryanair»: «Non sono mai stati accertati - è scritto infatti nella richiesta di archiviazione - rapporti tra il Di Paola, l’Acierno, il Franchini e/o il Summa ed esponenti della compagnia irlandese o con la società controllata che consentano di ipotizzare condotte di “addomesticamento” delle procedure o anche solo di atteggiamenti di favore, avuto anche riguardo al particolare contesto che ha imposto agli indagati di fronteggiare situazioni contingenti, con possibili ricadute anche di natura economica o sociale connesse al flusso turistico». Di Paola, insomma, si rivolse a Ryanair affinché Bari e Brindisi non rimanessero senza voli low-cost dopo il fallimento di Myair.
«Abbiamo imparato - ha infatti ricostruito Di Paola, assistito dagli avvocati Filiberto Palumbo e Rosita Petrelli, nell’interrogatorio del 26 aprile scorso - che insieme agli accordi con le compagnie era necessario svolgere anche un’azione di sollecitazione alla domanda di trasporto aereo e cioè l’azione di marketing»: per questo, oltre al contratto con Ryanair, c’era quello con la compagnia Ams. «Ho inteso creare una rete di collegamenti che fosse soddisfacente per la Regione - ha aggiunto l’ex manager -, ho agito nell’interesse di far fronte ad una drammatica perdita di offerta di trasporto aereo. Perché Myair era fallita, nonostante gli incentivi? Era fallita perché non bastano gli incentivi, bisogna riempire gli aerei. Allora gli aerei si riempiono facendo pubblicità ai territori con cui si è collegati. Questa misura ha dato dei risultati non solo nel settore del turismo, ma voglio dire, interessa gli studenti, i turisti, gli uomini di affari, interessa tutti... Ryanair la utilizziamo tutti».
Sul rinnovo del 2014 ha invece risposto Acierno. «Mi sono concentrato - ha detto ai magistrati il 25 maggio scorso - sul verificare se fosse fattibile. Ho individuato uno studio legale autorevole anche per la specificità del diritto del trasporto aereo, che ha reso un parere abbastanza articolato. D’altro canto vivendo la dimensione aeroportuale, avevo contezza di come società omologhe, altre società di gestione aeroportuale in Italia, rinnovavano i contratti, stipulavano e rinnovavano i contratti, anche con la Ryanair». [g.l. - m.s.]