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Pentito ucciso a Bari, polizia
arresta presunto sicario

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

Pentito ucciso a Bari, polizia arresta presunto sicario

Giovedì 27 Ottobre 2016, 09:56

28 Ottobre 2016, 15:14

BARI - La Polizia di Bari ha arrestato il presunto responsabile dell’omicidio del 53enne Orazio Porro, collaboratore di giustizia ucciso con colpi d’arma da fuoco nel mercato rionale del quartiere San Pasquale il 25 marzo 2009. Per l'omicidio di Porro era stato già processato e poi assolto con sentenza passata in giudicato il boss Giacomo Caracciolese (poi ammazzato in un agguato nell’aprile 2013).

Porro era stato scarcerato pochi giorni prima del delitto. Aveva deciso di collaborare con la giustizia dopo una condanna nel processo Borgo Antico sugli affari illeciti del clan Capriati. Ora la Squadra Mobile di Bari, coordinata dalla Dda, ritiene di aver individuato il vero sicario di quel delitto, un uomo comunque vicino allo stesso clan Caracciolese. Ulteriori particolari sull'indagine dell’Antimafia che ha portato in cella il presunto sicario saranno resi noti in una conferenza stampa in Questura a Bari.

Ad uccidere il 25 marzo 2009 l’ex collaboratore di giustizia Orazio Porro sarebbe stato il 34enne Antonio Moretti, ritenuto il killer del clan di San Pasquale, uomo del boss Giacomo Caracciolese (ucciso a sua volta in un agguato nell’aprile del 2013), reo confesso del triplice omicidio del quartiere San Paolo per il quale è attualmente detenuto in carcere a Lecce e a processo dinanzi alla Corte di Assise. A Moretti è stata notificata in cella un’ordinanza di custodia cautelare per l’omicidio Porro firmata dal gip Roberto Oliveri del Castillo su richiesta del pm Roberto Rossi.

Le indagini della Squadra Mobile, partite dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui il boss Antonio Di Cosola, hanno accertato che Moretti, sbucando da una bancarella del mercato rionale di via Nizza, uccise Porro con un colpo alla nuca sparato con un revolver calibro 38 mentre discuteva con qualcuno, forse il capo clan Giacomo Caracciolese, che per questo omicidio è stato assolto anni fa ma che, secondo gli investigatori baresi, ordinò il delitto.

Movente sarebbe stato il tentativo di Porro, espulso da alcuni anni dal programma di protezione dedicato ai collaboratori di giustizia, di imporre la sua presenza sul quartiere San Pasquale, chiedendo rispetto e 'pizzò ai commercianti. A Moretti è contestato il reato di omicidio volontario con l’aggravante del metodo mafioso.

BOSS CONSULTATO COME ORACOLO DAL KILLER - Il boss mafioso barese Antonio Di Cosola (ora 'pentitò) fu consultato come «un oracolo" dall’autore dell’omicidio di Orazio Porro che era stato invitato a confessare dal suo capoclan Giacomo Caracciolese, che per quel delitto era stato ingiustamente arrestato. Il particolare emerge dagli atti della Dda di Bari che hanno portato oggi all’arresto del pregiudicato barese 34enne Antonio Moretti per l’omicidio di Porro, ucciso nel marzo 2009 con un colpo alla nuca in pieno giorno nel mercato di via Nizza. Per il delitto era già stato processato e assolto il boss di San Pasquale Giacomo Caracciolese (poi ucciso a sua volta in un agguato mafioso nell’aprile 2013).
Caracciolese, durante la detenzione, chiese al suo affiliato Moretti di confessare l’omicidio per scagionarlo, e lo fece facendogli recapitare una lettera dal carcere. Moretti andò a chiedere consiglio ad Antonio Di Cosola, come riferito dallo stesso boss pentito: rimase in piedi davanti al capoclan «in un momento - scrive il gip nell’ordinanza di arresto - intriso di un sacro misticismo e di una profonda riverenza verso Di Cosola». Il boss «come un oracolo - racconta il giudice - parlava ma non forniva risposta. Moretti rimaneva zitto e alla fine andò via col capo chino». All’epoca non confessò ma oggi, a distanza di sette anni, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e le indagini della Squadra Mobile di Bari ne avrebbero accertato la responsabilità del delitto.

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