BARI - Il problema, adesso, è determinare il valore di concambio. Ovvero la cifra a cui le azioni di Aeroporti di Puglia saranno scambiate con quelle di Gesac, che gestisce lo scalo di Napoli, per fondere la società pugliese in quella controllata dal fondo strategico F2i. Ed è per questo che alla guida di Adp, la Regione sta per nominare il docente universitario romano Tiziano Onesti.
Oltre che presidente di Trenitalia, Onesti è infatti un esperto di valutazioni aziendali: insegna Economia aziendale a Roma 3, è stato presidente di Italtel, ha gestito il concordato Acqua Marcia (l’impero di Bellavista Caltagirone). L’uomo giusto, secondo Michele Emiliano, per portare al traguardo il matrimonio con Gesac, controllata per il 70% da un veicolo societario di F2i (2i Aeroporti spa, a sua volta partecipata per il 51% da F2i Sgr e per il 49% da due banche francesi) e per il resto da Città Metropolitana e comune di Napoli. Emiliano ne ha recentemente parlato con il sindaco De Magistris, ricevendo un assenso di massima. Ma è chiaro che l’ultima parola spetta sempre ai tecnici.
Il nuovo board di Aeroporti di Puglia dovrebbe essere nominato la prossima settimana. Inizialmente sarà un cda a due, nel quale dovrebbe sedere anche il barese Antonio Vasile, imprenditore del turismo, già assessore al Comune di Bari con Michele Emiliano. Andrà poi trovato il terzo nome, quello di una donna. Ma la necessità di portare a termine l’operazione con Gesac rende non più rinviabile il tema della nuova governance. Onesti non dovrebbe avere deleghe operative, se non la finanza. Buona parte dei compiti di gestione resteranno al direttore generale Marco Franchini, almeno per l’interim verso la nuova società. L’attuale amministratore Giuseppe Acierno, pur molto stimato, è invece in uscita: non è stato ritenuto funzionale al progetto.
Ora si tratta dunque di stabilire quanto vale AdP, quanto vale Gesac e, in proporzione, quale sarà il pacchetto azionario di Gesac che spetterà alla Puglia per il conferimento della sua società. La fusione per incorporazione, spiegano fonti regionali, fa salvo l’asset principale della gestione aeroportuale pubblica. È la concessione quarantennale degli scali, in scadenza nel 2043, che resterà in capo alla Regione: un modo per rendere reversibile il «matrimonio» con Napoli. Un matrimonio che nasce su basi industriali, per creare un sistema di aeroporti con una catchment area molto ampia: Campania, Puglia, Basilicata, Molise, il nord della Calabria. Un sistema di aeroporti non in concorrenza tra loro, che però - questa l’idea strategica di Emiliano - potrebbero creare massa critica per discutere non solo e non tanto con Alitalia, quanto con la stessa Ryanair ormai diventata primo vettore italiano. Anche perché F2i controlla oggi una bella fetta degli scali italiani, partendo da Milano. Ed è in aperta concorrenza con gli argentini che, ispiratore Renzi, hanno preso in mano il controllo dei due scali toscani.
Le critiche all’operazione Gesac non sono mancate. E riguardano, al momento, l’opportunità politica di una simile scelta. Critiche che non sono destinate a fermarsi a breve, anche perché la fusione per incorporazione, per come è stata immaginata, non richiede una procedura di evidenza pubblica così come auspicano sia Noi a Sinistra che il centrodestra. Una gara «secca» per la vendita del pacchetto di maggioranza di Adp, spiegano dalla Regione, sarebbe però un azzardo per via della necessità di basare la scelta sul solo piano industriale presentato dall’acquirente, con tutti i rischi connessi: meglio allora - questa la tesi - costruire un’accordo diretto basato su un progetto strategico.
m.scagl.