BARI - La Procura di Bari ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per il 45enne iracheno Majid Muhamad, arrestato il 7 dicembre 2015 dalla polizia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e indagato a piede libero in un’altra inchiesta sul terrorismo internazionale di matrice islamica. Il processo si celebra con il rito abbreviato davanti al gup del Tribunale di Bari Francesco Pellecchia. Su questo filone d’indagine l’imputato, difeso dagli avvocati Marco Vignola e Massimo Roberto Chiusolo, è stato interrogato in carcere negando collegamenti con cellule terroristiche. È attualmente detenuto nel penitenziario di massima sicurezza di Rossano Calabro.
L’inchiesta della Dda, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, ha accertato che il 45enne forniva documenti falsi e alloggio a decine di cittadini provenienti da Pakistan, Egitto, Iran, Marocco e Turchia. Dalle intercettazioni, però, sarebbero emersi anche sospetti contatti con vecchie conoscenze, soprattutto connazionali, di quando Muhamad viveva a Parma, prima che fosse processato e condannato per terrorismo (ha già scontato 10 anni di carcere). L’ipotesi degli investigatori è che quel gruppo si stesse riorganizzato dopo le scarcerazioni, per tornare a favorire l’ingresso in Europa di foreign fighter.
Il processo è stato rinviato per repliche e sentenza al prossimo 24 ottobre.