di NINNI PERCHIAZZI
BARI - Prosegue il cammino verso il «parco della vita» che sorgerà sui suoli della ex fabbrica della morte. Mentre il presidente della Regione, Michele Emiliano assicura che gli ultimi soldi - quelli per la trasformazione della Fibronit in un’area a verde - non sono un problema.
Nel nuovo teatro Abeliano gremito, il ricordo senza retorica di Maria Maugeri, la cui presenza aleggia inevitabilmente in sala nel cuore e nelle parole di tutti gli intervenuti, si unisce alla memoria di Ernesto Chiarantoni, Franco Di Sabato, Lidia Scaramuzzi e dei tanti cittadini che hanno a lungo lottato contro lo scempio prodotto dal mesotelioma pleurico, senza dimenticare l’ultima vittima, Antonio Fanelli.
È Nicola Brescia, presidente del Comitato cittadino Fibronit, a sciorinare i nomi dei compagni di 16 anni di battaglie, polemiche, speranze. L’occasione è data dall’assemblea pubblica convocata per illustrare l’imminente avvio del secondo step della bonifica del sito Fibronit. Si tratta della messa in sicurezza definitiva dell’area, inserita come un cuneo fra tre quartieri nel cuore del capoluogo con tutto il suo carico letale. «È una giornata importante - dice Brescia - perché è il punto d’arrivo della nostra battaglia. Dopo aver ottenuto l’inedificabilità dell’area (in sala c’è l’allora assessore all’Urbanistica, Ludovico Abbaticchio, ndr) ora passiamo alla messa in sicurezza prima della realizzazione del parco». «È il successo di lotte, denunce, proteste, grazie all’impegno del Comitato, sempre supportato da tutti i cittadini» chiosa, citando tra gli artefici della contesa l’allora governatore regionale, Nichi Vendola.
Si parla di meno di due anni di lavori per una spesa di 14 milioni, come spiegano con dovizia di particolari il responsabile del procedimento del Comune, l’ing. Vincenzo Campanaro, e Gianni Milano, responsabile tecnico della Teorema, la società capofila dell’«ati» (associazione temporanea d’imprese) che s’è aggiudicata l’appalto.
«Mancano le ultime tre autorizzazioni, anche se mi duole doverlo fare senza Maria, con la quale avevamo firmato al ministero l’accordo di programma. Avremmo dovuto fare tutto insieme, anche aprire il quartiere. Non ce l’ha fatta, ma lei ci sarà sempre», dice il sindaco Antonio Decaro, ricordando la consigliera comunale, ex assessore all’Ambiente, appena scomparsa.
Realizzare il parco richiederà un investimento di una decina di milioni. «Il parco non è un giardino, ma il completamento della messa in sicurezza. I soldi li troviamo», dice Emiliano, appena giunto da Taranto, portando l’eco di un altro dramma ambientale. Poi provoca scherzosamente Decaro. «Qualcosa la metterà il Comune, che certo ha maggior facilità a parlare con Renzi - risata generale -: il resto lo metterà la Regione».
«È una serata complicata, perché quando parlo di Fibronit non posso che pensare a Maria Maugeri - dice il presidente -. Mi manca, da lei ho imparato tante cose e ho affinato una sensibilità che prima non avevo. Con lei ho fatto tutto il cammino meraviglioso della bonifica, che adesso dovrà essere completato col parco dedicato alle vittime dell’amianto», aggiunge. E rammenta «la fiaccolata a Madonella di tanti anni fa, quando presi l’impegno di bonificare il sito della morte». «Ma adesso bisogna finire il lavoro, anche se può essere più complicato che cominciarlo. Occorre tanta determinazione» conclude, non senza ringraziare la gente del Comitato Fibronit. «Quando si realizzano le cose - il Petruzzelli, il ponte dell’asse nord sud - ho l’impressione di sognare. Il vero valore che stiamo celebrando è la forza di cambiare la destinazione di questo luogo. È un successo di squadra, maturato per aver trasformato il dramma di un quartiere nel dramma di tutta la città».