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Frode nel commercio di acciaio
2 arresti e maxi sequestro

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

Frode nel commercio di acciaio 2 arresti e maxi sequestro

Sabato 10 Settembre 2016, 11:58

20:43

TARANTO - I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto hanno arrestato e posto ai domiciliari, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, un imprenditore 81enne di Cremona, Luigi Fantini, titolare della Fantini group srl, e un ragioniere commercialista 53enne di Taranto, Giuseppe Galantino, amministratore di una società di servizi contabili aziendali. Secondo gli investigatori, i due erano a capo di un’organizzazione delinquenziale dedita a un sistema di frode fiscale nel commercio di rotoli di acciaio, realizzato tramite società «cartiere», cioè formalmente esistenti ma di fatto non operative. Il gip del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere, su richiesta del sostituto procuratore Filomena Di Tursi ha disposto anche il sequestro preventivo per equivalente di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie nei confronti dell’imprenditore e della società a lui riferibile, sino alla concorrenza complessiva di 1 milione e 700 mila euro.

Le indagini hanno consentito di appurare che Fantini, rappresentante legale di una società operante in provincia di Cremona, ha acquistato rotoli di acciaio (Coils) da tre imprese aventi sede a Cremona, in provincia di Cuneo e Pordenone. Il materiale è stato poi commercializzato attraverso fatture false prodotte dalle società «cartiere», solo formalmente operanti presso la sede della società di servizi contabili facente capo al commercialista tarantino. In pratica i trasporti dei rotoli di acciaio partivano accompagnati dai documenti di viaggio, di fatto regolari, emessi dalle società venditrici. Nel corso del tragitto e nelle immediate vicinanze dei depositi delle varie ditte destinatarie, i documenti - sostiene l’accusa - venivano distrutti dai vettori, verosimilmente compiacenti, e sostituiti con le fatture false prodotte dalle società "cartiere».

Tali sostituzioni cartacee celavano ai clienti finali l'effettiva provenienza delle merci e, nello stesso tempo, consentivano all’impresa di Cremona, intermediaria di fatto dell’illecita manipolazione documentale, di tutelare in modo velato il proprio interesse economico. In tal modo, infatti, le ditte destinatarie dell’acciaio intestavano, a loro insaputa, i bonifici bancari alle società «cartiere» e il ragioniere Galantino provvedeva a riscuoterli e a rimetterli in denaro contante all’imprenditore Fantini. Tale sistema di frode avrebbe così consentito a quest’ultimo una evasione fiscale concretizzatasi in una indebita detrazione di Iva per un totale di 1 milione e 700 mila euro.

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