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«Impossibile prevedere
sisma, ma serve sicurezza»

 
Rita Schena

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Rita Schena

terremoto

Venerdì 26 Agosto 2016, 19:53

ROMA - E’ impossibile prevedere i terremoti, e questo ogni sismologo che si rispetti non si stancherà mai di ripeterlo, ma è invece possibile e doveroso puntare alla sicurezza degli edifici e Norcia è un esempio di buona ricostruzione. «Lo dimostra il modo in cui ha reagito al terremoto del 24 agosto» ha detto il sismologo Fabrizio Galadini, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che più volte, soprattutto dopo il terremoto all’Aquila del 2009, ha tenuto conferenze nei Comuni del reatino sulla sequenza sismica in atto nella zona.
Norcia è un esempio virtuoso, ha spiegato, perché la ricostruzione è nata dalla consapevolezza del rischio di trovarsi in una zona altamente sismica e soggetta da secoli a forti terremoti. «Sappiamo che i terremoti non sono prevedibili, ma siamo consapevoli di vivere in una zona a sismicità elevata e questo - ha rilevato - deve essere uno stimolo a curare la sicurezza degli edifici. E’ un invito che noi sismologi facciamo sistematicamente».
Per Galadini «Norcia ha beneficiato della ricostruzione avvenuta dopo i terremoti del 1979 e del 1997. Di conseguenza ha una vulnerabilità minore rispetto a quella di altri centri abitati, come Amatrice». Perciò, ha aggiunto, è fondamentale tenere alta la guardia nei borghi che si trovano nella zona a sismicità più elevata, lungo la dosale appenninica, e che non hanno beneficiato della ricostruzione.

Il terremoto nel reatino, ha proseguito, «ha interessato un’area caratterizzata dalla presenza di faglie attive già note e oggetto di studi negli ultimi decenni». Sono la faglia della Laga, a Sud dell’epicentro, e del Monte Vettore, a Nord. Entrambe, ha osservato, «sono considerate attive in base alle evidenze geologiche di movimenti ripetuti negli ultimi millenni». Lo testimoniano, ad esempio, i terremoti avvenuti nel passato in questa zona, come quelli del 1639 e del 1703.
La stessa zona è stata interessata «da sequenze sismiche con forti terremoti legati all’attivazione successiva di faglie adiacenti nell’arco di alcuni giorni». In alcuni casi si è verificata una «migrazione della sismicità in territori piuttosto ampi», ma è anche vero che «la stessa regione è stata anche colpita da forti eventi sismici e relative sequenze concentrate nello spazio, senza una significativa migrazione della sismicità». (di Enrica Battifoglia, ANSA)

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