BARI - Un enorme patrimonio dal valore di 120 milioni di euro, costituito tra l’altro da quasi 200 appartamenti e cinque ville, è stato sequestrato tra le province di Bari e della Bat e a Ferrara, dai carabinieri ai danni di Savino Tondo, di 59 anni di Corato un pregiudicato che si sarebbe arricchito con l’usura e riciclaggio di auto rubate.
Si tratta di 198 appartamenti (107 dei quali in via di definitiva costruzione), 5 ville, 31 locali commerciali, 2 capannoni industriali, 124 box auto, 8 imprese operanti nel settore dell’edilizia e del commercio di autovetture, 50 autoveicoli e 38 rapporti di conto corrente bancario.
Finita sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri anche la gestione di un lussuoso B&B. Un ingente patrimonio che Tondo, con precedenti per associazione per delinquere, furto, ricettazione, falso, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, secondo l'accusa ha accumulato nel tempo con attività illecite. Il sequestro è stato eseguito sulla base di un provvedimento emesso dal Tribunale di Trani, su proposta della locale Procura della Repubblica.
DA OFFICINA A ENORME PATRIMONIO - Da minime competenze criminali, con il riciclaggio di auto rubate, a un patrimonio di 120 milioni di euro prestando soldi a protestati e a persone che non riuscivano ad accedere a crediti dalle banche in quanto protestati o falliti. E’ così che Savino Tondo, di 59 anni di Corato, destinatario del sequestro preventivo odierno dell’enorme patrimonio disposto dalla Procura di Trani, avrebbe accumulato, a partire da una modesta officina meccanica nel '95, le sue ricchezze.
I prestiti avvenivano senza tassi usurari ma in modo illecito in quanto l’uomo non era autorizzato a svolgere attività finanziaria.
Lo hanno scoperto militari del nucleo investigativo dei carabinieri che hanno avviato un’indagine d’iniziativa sull'uomo già condannato con sentenze definitive sospettato di continuare a gestire in modo illecito le attività. Le nuove indagini hanno consentito di individuare ben 38 conti correnti, intestati a lui e a prestanome, e di giungere, attraverso controlli e triangolazioni bancarie, a scoprire un ingente patrimonio di beni mobili e immobili reinvestito anche in società immobiliari e in un’azienda di commercializzazione di veicoli che celava un’attività di ricettazione di autovetture. Malgrado tutte queste disponibilità, Tondo continuava a dichiarare redditi modesti. Da qui il sequestro