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Le faide di Valenzano tra parentele e ricatti

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

comune di valenzano

Domenica 15 Maggio 2016, 12:29

16 Maggio 2016, 10:10

di GIOVANNI LONGO

BARI - Il Comune di Valenzano come una «parentopoli» universitaria. Scorrendo le carte dell'inchiesta sul sindaco Antonio Lomoro (eletto con una lista civica prima, passato al Movimento Schittulli e poi approdato in Forza Italia) e sul consigliere di maggioranza Agostino Partipilo, colpiscono i legami tra consiglieri comunali e amministratori che hanno a cuore i problemi della comunità di 19mila anime alle porte di Bari. Primo cittadino e consigliere di maggioranza, ricordiamo, sono accusati di tentata induzione indebita di denaro ai danni di Francesca Ferri, ex vicesindaco, dimissionata, stando alla sua denuncia, perché non ha voluto cedere a un presunto ricatto: «se vuoi mantenere la carica e candidarti alle Regionali, in cambio devi lasciare a noi la tua indennità» pari a 1.020 euro. Questa, in sostanza l'accusa ipotizzata dal pm barese Claudio Pinto che ha coordinato le indagini dei carabinieri della compagnia di Triggiano.

Al di là dell'ipotesi investigativa (i due indagati, assistiti dagli avvocati Salvatore Campanelli e Filiberto Palumbo respingono le accuse), dalla voluminosa indagine colpisce uno spaccato, per certi aspetti, poco edificante. A tratteggiarlo al telefono, non solo Lomoro e Partipilo. Per fare luce su una storia che, forse, potrebbe spingersi in direzioni diverse rispetto alle coordinate indicate nella denuncia, gli inquirenti hanno anche intercettato la Ferri. Proprio le sue espressioni, tra l'altro, sono quelle tra le più colorite.
Prendiamo Filippo Dentamaro. Il marito della Ferri «partecipa attivamente alla vita politica del Comune di Valenzano, mantenendo contatti con i vari amministratori, anche se poi di fatto figura la moglie Ferri Francesca», scrivono i carabinieri. Se non proprio un «assessore ombra», poco ci manca. Il 20 marzo 2015 dal telefono della Ferri, Dentamaro chiama la moglie del sindaco Lomoro (entrambi estranei all'inchiesta). Il giorno prima, al termine corso di una riunione di maggioranza, il sindaco decide che il rapporto di fiducia con la Ferri, del quale è stata testimone di nozze, va interrotto. «La devono revocare», annuncia lei. «Sì, è quello che vogliamo noi (…) anche se il problema da oggi innanzi è solo il suo», dice Dentamaro riferendosi a Lomoro. Del resto, a suo giudizio «una settimana, dieci giorni e tuo marito non è più sindaco, te lo metto per iscritto». Lomoro sostiene di non avere più voluto la Ferri dopo avere saputo del suo rinvio a giudizio per la storia della tessere false del Pdl. Per la donna, invece, assistita dall'avvocato Fabio Campese, alla base c'è il presunto ricatto messo nero su bianco nella denuncia.

E così negli atti dell'inchiesta finisce anche la delibera con la quale il sindaco nomina sua vice Lucia Partipilo, che è pure la figlia di Agostino.«Allora – dice la Ferri al telefono – il sindaco ha detto senti a me metti a tua figlia così prendi lo stipendio intero e ce l'ha fatta, hai capito?». Il padre, come qualunque genitore che vede la figlia al fianco di un primo cittadino, appare orgoglioso. «Partipilo Agostino – annotano i carabinieri – contatta tale Francesco e gli dice di avere revocato dall'incarico da vicesindaco la Ferri e ha fatto mettere sua figlia». La politica a Valenzano, a quanto pare, funzionava così.

Ma le parentele non finiscono qui. Perché nell'assise cittadina siede anche Giovanni Dentamaro, suocero della Ferri, anche lui non indagato. Il consigliere comunale, sentito dai carabinieri durante le indagini, dice di essere a conoscenza delle presunte richieste rivolte alla nuora, di non avere chiesto alcun chiarimento al sindaco, pur ritenendo il gesto «deplorevole», ma poi, di fronte alla realpolitik, sembra dovere allargare le braccia anche lui. Perché Partipilo avrebbe chiesto soldi alla moglie di suo figlio? «Poiché a breve ci sono le elezioni regionali - spiega sentito a sommarie informazioni - e durante questa fase in cambio di pacchetti di voti Partipilo avrebbe potuto guadagnare qualcosa, fatto risaputo in politica, lui ha voluto che mia nuora non si candidasse poiché a lei non avrebbe potuto chiedere nulla in quanto vecchi amici». Cosa non si fa pur di farsi eleggere per risolvere i problemi dei cittadini.

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