Sabato 06 Settembre 2025 | 19:27

Covid in Puglia, nell'ospedale della Fiera ricoverati 30 pazienti. «Regione chiarisca futuro Fiera del Levante». Oggi 518 casi

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Il senatore Marti: «Ospedale in Fiera, il governatore decida e indichi una proposta per evitare sprechi»

Bari, l'ospedale in Fiera

Sono 306 i ricoverati, ieri erano 302. I pazienti in intensiva sono 13, ieri erano 12

Lunedì 30 Maggio 2022, 13:59

15:58

BARI -  Ad un mese dalla conclusione dello stato di emergenza decretato dal governo nazionale, sono trenta i pazienti ancora ricoverati nell’ospedale Covid in Fiera del Levante a Bari, secondo quanto dati forniti dal Policlinico di Bari. Un mese fa era stata ipotizzata la chiusura della maxi struttura entro la fine di maggio, ma ad oggi l’ospedale, che è stato realizzato per l’emergenza e che ha una capacità di 152 posti letto, è ancora attivo e proseguono i ricoveri anche se con minore intensità. Anche perché, lentamente, l’Asl sta procedendo alla chiusura dei reparti Covid nelle altre strutture.
Lo scorso 4 aprile, la Giunta regionale pugliese ha approvato una delibera per la prosecuzione dell’attività dell’ospedale Covid nella Fiera del Levante di Bari fino al prossimo 31 dicembre. E’ stata siglata una scrittura privata per la concessione in uso temporaneo alla Regione dell’immobile fieristico, la Regione si fa carico di pagare l’affitto di circa 118mila euro al mese alla Fiera. La Regione ha stabilito anche di farsi carico del pagamento delle indennità e delle spese necessarie all’operatività e mantenimento della struttura, mentre all’operatività provvede il Policlinico di Bari.

L'attacco di Zullo (Fdi) 

«La Regione Puglia ha deciso che la Fiera del Levante non debba più avere l’originaria destinazione commerciale? E’ questo l’indirizzo politico che è stato dato prima alla Protezione civile e poi ai all’Assessorato Turismo e Cultura? Lo dica. Altrimenti con tutti i fitti che paghiamo alla Fiera del Levante la sensazione è che la Regione ha solo l'obiettivo di 'salvarè i bilanci di chi gestisce l’ente o la società». Lo dichiara Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale pugliese. «La differenza non è poca - dice - a vantaggio di chi, del pubblico o del privato, vengono impegnate così tante risorse regionali per prendere in fitto - ed anche ristrutturare - tanti padiglioni sottraendoli peraltro alla commercializzazione? Stiamo parlando di uscite che ammontano, ormai, a milioni e milioni di euro. Dei pugliesi. Per questo motivo dopo aver ascoltato attentamente il dirigente del Dipartimento Cultura e Turismo, Aldo Patruno, che ha relazionato su un grande progetto di Polo culturale-turistico-cinematografico nella Fiera del Levante, ho chiesto al presidente della prima Commissione che, pur rispettando il lavoro dei dirigenti regionali, è necessario che si faccia chiarezza una volta per tutte e a farla non può non essere la politica che governa la Regione: quale futuro per la Fiera del Levante?».

Il Dipartimento Turismo e Cultura: un hub artistico all'interno della Fiera

«Creare un polo di arti, cultura e turismo all’interno della Fiera del Levante»: è questo l'obiettivo della Regione Puglia emerso oggi durante l’audizione in I commissione del direttore del dipartimento Turismo e cultura, Aldo Patruno, sulla destinazione d’uso degli immobili del centro fieristico di Bari. «Per quanto riguarda i padiglioni 115, 116, 117 e 118 della Fiera, è stato spiegato che «sono soggetti attualmente a interventi di riqualificazione urgenti, dalla rimozione dell’amianto all’adeguamento sismico. Per i lavori è stata stimata una somma aggiuntiva tra i 3 e 4 milioni di euro, oltre ai poco più di 2 milioni già stanziati per le opere in corso. Il padiglione 107 ospita già l’Apulia FilmHouse; il padiglione 115 sarà destinato a un progetto interregionale per la creazione di hub legato alle eccellenze gastronomiche pugliesi. Il padiglione 116, invece, accoglierà le funzioni del Teatro Pubblico pugliese, comprendendo anche gli eventi PugliaSounds e Medimex».

I ricoveri a Bisceglie

Riprendono da oggi le ordinarie attività assistenziali dell’ospedale di Bisceglie nella provincia Bat: il costante miglioramento dell’andamento epidemiologico da covid-19 e la conseguente minore pressione sui reparti ospedalieri dedicati, ha consentito all’Asl di riattivare oggi i percorsi e le degenze no-Covid. Su disposizione della direzione medica di presidio e della direzione generale della Asl da oggi è attivo il doppio percorso del pronto soccorso che consente di gestire sia i pazienti Covid positivi che i pazienti Covid negativi: le aree di osservazione, diagnosi e cura sono infatti separate. Sono state inoltre riattivate le unità operative di Cardiologia, Chirurgia Generale, Medicina Interna e Terapia intensiva. Sono operativi anche 4 posti letto di Ortopedia per gli interventi di chirurgia in elezione e programmati. Per la gestione dei pazienti covid restano attivi tre posti letto di Terapia Intensiva, 6 in Pediatria e 28 in Malattie Infettive.

Covid in Puglia: 518 nuovi casi

Sono 518 i nuovi casi di coronavirus rilevato oggi in Puglia su 6.046 test giornalieri registrati con una incidenza ancora in calo dell’8,5%. Una persona è morta, mentre delle 27.070 persone attualmente positive, 306 sono ricoverate in area non critica (ieri erano 302) e 13 in terapia intensiva (ieri erano 12). I nuovi casi sono così distribuiti per provincia: Bari: 179; Bat: 33; Brindisi: 39; Foggia: 88; Lecce: 102; Taranto: 67. I residenti fuori regione sono otto e due di provincia non definita.

Covid: in Puglia saltati 44mila screening tumore seno

In Puglia la riduzione degli screening per il tumore del seno è stata più alta della media italiana. Nel primo anno e mezzo della pandemia gli esami saltati, rispetto al periodo pre-Covid, sono stati 44.380. Si tratta del 34% in meno, mentre la media nazionale si attesta al -28%. In tutta Italia, ammontano a oltre 816mila gli screening mammografici saltati a causa del Coronavirus. E sono più di 1 milione e 93mila le donne che non sono state invitate a partecipare a questi esami salvavita. Da gennaio 2020 a maggio 2021 sono stati svolti -35% di esami per individuare il tumore collo dell’utero e -34% di esami non eseguiti per il carcinoma del colon-retto. I dati sono emersi durante il convegno «Prevenzione e Screening ai tempi del Covid», promosso dall’Università Aldo Moro di Bari, incontradonna e dall’associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). «La pandemia ha peggiorato una situazione già difficile - sottolinea la professoressa Adriana Bonifacino, presidente di incontradonna Onlus, come riportato in una nota - prima del 2020, il numero di donne che si sottoponeva regolarmente ad una mammografia gratuita era troppo basso. Lo stesso vale per l’hpv Test e la ricerca del sangue occulto nelle feci che servono per individuare precocemente il cancro della cervice uterina e quello del colon-retto. Questo è avvenuto soprattutto in alcune Regioni che presentano da molti anni dati non incoraggianti. L'arrivo del Covid ha distolto non solo risorse, ma anche l'attenzione dei cittadini dal cancro». «Con meno diagnosi precoce, abbiamo registrato nel 2021 diagnosi più gravi, con tumori più voluminosi, metastasi più estese, malattie in uno stadio più avanzato. Tutto ciò significa cure più lunghe, più costose, più invasive, con esiti meno certi e statisticamente positivi», commenta Alessandro Delle Donne, direttore generale Irccs Istituto tumori «Giovanni Paolo II» Bari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)