BARI - Il suo nome figura tra gli accusatori dell’assessore regionale Gianni Stea e del direttore generale dell’Asset (l’Agenzia per il territorio), Elio Sannicandro, nell’indagine sugli appalti per il dissesto idrogeologico. Ma adesso la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ingegnere nocese Gianmario Conforti, 41 anni, che insieme a un imprenditore di Acquaviva è accusato di istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti.
Il fascicolo dei pm Marco D’Agostino e Claudio Pinto è per certi versi l’inverso di quello a carico di Stea, Sannicandro e dell’avvocato Salvatore Campanelli, che è nato proprio dalla denuncia di Gianmario Conforti e di un suo collaboratore. Questo è invece partito dalla denuncia del responsabile di una Centrale unica di committenza (quella dei Comuni di Binetto, Toritto, Santeramo, Casamassima, Modugno, Cassano Murge, Grumo Appula, Acquaviva e Valenzano).
Il funzionario pubblico (un dipendente del Comune di Sannicandro) ha raccontato ai carabinieri di Modugno dapprima di aver ricevuto la promessa di tangenti per truccare due gare di progettazione (una da 365mila euro per la messa in sicurezza dell’area residenziale «Villaggio Quadrifoglio» di Grumo e uno per la Lama Est di Toritto) a favore della Advenco, la società dei fratelli Conforti (l'altro fratello, Paolo, è stato arrestato a giugno 2021 nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trani su presunte tangenti per i lavori al porto di Molfetta: nel frattempo è tornato libero). Per la prima gara oggetto della richiesta di rinvio a giudizio - si legge negli atti depositati -, Gianmario Conforti è accusato di aver promesso soldi al dipendente pubblico «se avesse effettivamente dato la propria disponibilità a partecipare alla commissione aggiudicatrice e si fosse adoperato a favore dell’Advenco», aggiungendo che «il resto della commissione era già dalla sua parte». Il funzionario sarebbe stato avvicinato una seconda volta nel giugno 2017, stavolta da un imprenditore, Nicola Masellis, che gli avrebbe promesso «una somma in contanti dell’importo di 25mila euro se, quale responsabile della Cuc, avesse dato la propria disponibilità a nominare in commissione» persone ritenute disponibili a «pilotare la gara in favore della società di ingegneria del Conforti». Il tentativo non sarebbe andato a buon fine perché, nel luglio 2017, Gianmario Conforti fu sottoposto a perquisizione nell’ambito di un’altra indagine.
L’udienza preliminare a carico di Gianmario Conforti (avvocato Domenico Di Terlizzi) e Masellis (avvocato Antonio La Scala) è fissata al 14 settembre davanti al gup Francesco Mattiace. Lo stesso Gianmario Conforti, come detto, compare negli atti dell’indagine per tentata induzione indebita a dare o promettere utilità a carico di Stea, Sannicandro e Campanelli. Dopo che la Regione ha revocato due incarichi alla Advenco per gravi irregolarità, Gianmario Conforti ha raccontato alla Finanza di aver ricevuto richieste di denaro per sistemare la questione, ed è stato autorizzato dalla Procura a recarsi a un incontro in Regione indossando un microfono. Dopo la notifica della conclusione delle indagini da parte dei pm Savina Toscani e Claudio Pinto, Stea e Sannicandro hanno reso interrogatorio dichiarandosi completamente estranei alle accuse, mentre Campanelli ha depositato una memoria in cui chiarisce che le cose non sono andate come dicono Gianmario Conforti e un altro suo collaboratore: tutti hanno chiesto l’archiviazione.