In epoca di guerra è corsa all'auto approvvigionamento energetico. Così la giunta pugliese modifica gli aiuti per rispondere al fabbisogno delle aziende, messe in ginocchio dai costi sempre più insostenibili dell’energia. L'intervento è garantire più energia pulita auto-prodotta, più economia circolare e maggiore intensità di aiuto per le piccole e medie imprese. «È la svolta green delle misure di agevolazione regionali con un obiettivo preciso: l’autonomia energetica delle imprese» comunica la Regione Puglia.
L’intervento regionale ha riguardato alcuni tra i più importanti avvisi gestiti dalla Sezione Competitività e da Puglia Sviluppo, in qualità di organismo intermedio: i Contratti di Programma, i Pia (Programmi integrati di agevolazione) Medie imprese, Piccole imprese e Turismo e il Titolo II Capo 3 (rivolto alle Pmi del commercio, dell’artigianato e del manifatturiero) e Capo 6 (per le Pmi del settore turistico-alberghiero). Si tratta di un pacchetto di nuove linee di indirizzo reso necessario dalla crisi energetica determinata dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina e dalla lunga congiuntura economica negativa, legata alla pandemia prima e alla guerra poi. Le novità, approvate dalla Giunta regionale nell'ultima seduta sono state presentate alla stampa dall’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci, da Gianna Elisa Berlingerio, direttore del Dipartimento Sviluppo economico e dal direttore generale di Puglia Sviluppo, Antonio De Vito.
In particolare, lo strumento agevolativo rivolto alle micro, piccole e medie imprese micro, «facilitandone l’accesso al credito, grazie alle modifiche, per la prima volta, darà alle imprese la possibilità di presentare un programma di investimenti che preveda la realizzazione di un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile, come unico intervento». La Regione evidenzia che «sarà possibile installare all’interno dell’azienda impianti eolici, solari (con tutte le tecnologie), macchine frigorifere a fonte geotermica (refrigeratori o pompe di calore) e impianti di produzione di energia termica o elettrica a biomasse (liquide, solide o gassose)». La novità rispetto al passato è «anche che si aggiunge la sovvenzione diretta: il 35% di premialità per le piccole imprese e il 30% sulle medie. Si tratta di un sostegno a fondo perduto calcolato sul costo degli impianti. La premialità aggiunta al contributo sul montante interessi consentirebbe di raggiungere il 45% di agevolazione per le piccole imprese e il 35% per le medie. Tra le altre, sono agevolabili anche le spese per i sistemi di accumulo integrati dell’energia (storage) e per la realizzazione di stazioni di ricarica di veicoli elettrici e ibridi ad uso esclusivo delle imprese che propongono il progetto».