BARI - Sono 804 gli operatori socio sanitari delle sei Asl pugliesi a cui non sono stati rinnovati i contratti, scaduti il 31 gennaio. Ed ora i sindacati chiedono alla Regione di intervenire, «affinché si eviti un conflitto tra lavoratori, i precari da un lato, i vincitori e gli idonei del concorso dall’altro». A sferrare l’attacco contro «atteggiamenti e decisioni che ledono non solo i diritti dei lavoratori ma anche quelli dei pazienti» è il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, dopo le numerose denunce avanzate nei giorni scorsi da parlamentari e consiglieri regionali di FI.
Si tratta dei cosiddetti «angeli», quelli osannati durante la prima e la seconda ondata di pandemia: lavoratori in forza nelle corsie a sostegno di infermieri e medici. Sono precari e tra di loro Gesmundo ha chiamato Elisabetta Carlà, 45 anni, in servizio dal 2009, che a ottobre - dopo essere stata assegnata proprio al reparto Malattie Infettive dell’ospedale «Perrino» di Brindisi - ha contratto il virus. «Eravamo angeli, eroi, mi sono fatta quindici giorni di terapia intensiva, ho vissuto il dramma dei pazienti che curavo. Siamo stati sottoposti a turni massacranti - racconta - abbiamo dato tutto. Oggi a distanza di tre mesi ho ancora difficoltà a camminare e mi ritrovo messa alla porta, senza lavoro, con una figlia di 18 anni che cresco e senza reddito per poter pagare un affitto e le utenze. Questo è il grazie dello Stato per il lavoro svolto».
«I precari di cui parliamo - spiega Domenico Ficco, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil pugliese - risalgono a graduatorie stilate con avvisi pubblici anche oltre dieci anni fa. Usati nel corso del tempo come tappabuchi, soprattutto nel periodo emergenziale. Precedenti quindi al concorso regionale che solo a giugno 2020 ha visto stilare la graduatoria definitiva con 2.445 vincitori e oltre 13mila idonei». Brindisi, a detta della Cgil, è una delle due Asl in Puglia, l’altra la Bat, che non ha seguito le indicazioni operative emanate dal Dipartimento Salute della Regione Puglia. «Per tamponare l’emergenza il Dipartimento aveva concesso la possibilità di proroga di altri due mesi dando alle Asl il tempo di compiere delle ricognizioni anche ai sensi delle modifiche alla Legge Madia contenute nel Milleproroghe, che prevede la possibilità di stabilizzazione per chi ha maturato 36 mesi nel 2021. E non sappiamo quanti, ma molte operatrici e operatori sanitari precari avrebbero raggiunto questo requisito grazie a questi due mesi di proroga del contratto a termine». E invece, non solo nessuna proroga per i 141 Oss precari in forza a Brindisi, ma« addirittura ci è stato impedito di entrare a recuperare i nostri effetti personali negli armadietti, quando il contratto era ancora in corso», denunciano i lavoratori. «Come è pensabile che a pandemia in corso in alcune Asl si possa fare a meno di lavoratori professionalizzati e addestrati ad affrontare l’emergenza, addirittura con il richiamo del vaccino fatto qualche giorno prima di essere messi alla porta?» tuona Gesmundo.
Insomma, quello che è venuto a mancare a questi «angeli» dimenticati è «la dignità di uomini e donne che si sono sacrificati ben oltre il previsto – conclude Gesmundo - messi alla porta senza nemmeno aver avuto modo di usufruire dei propri giorni di ferie. I diritti non sono carta straccia, le persone non sono numeri, la politica se ne assuma la responsabilità»
La «politica» lo farà? A sentire i consiglieri regionali di opposizioneLacatena, Gatta e Mazzotta e i parlamentari D’Attis, Giannone, Damiani, Sisto, Savino, Labriola e Minuto (Forza Italia), la Regione da quell’orecchio non ci sente. «Come si può essere tanto superficiali e decidere con tanta leggerezza di non rinnovare un contratto di lavoro a donne e uomini che hanno prestato servizio presso le Asl e dar loro notizia del non rinnovo di contratto solo 3 giorni prima?».
Il tutto è accaduto negli stessi giorni in cui il governatore, per accontentare gli alleati di coalizione rimasti fuori dal consiglio regionale, recuperava i «trombati» delle urne con nomine di sottogoverno. E, insieme ai contratti degli «angeli dimenticati» della sanità, è scaduta a fine 2020 anche la Task force per l’occupazione guidata da Leo Caroli, quella che si occupa delle crisi industriali e dei cassintegrati. Chissà che ora, il presidente della Giunta non se ne accorga.