Un altro “trombato” tra i consulenti dello staff di Michele Emiliano. Il presidente della Regione ha nominato Ernesto Abaterusso consigliere con delega ai rapporti con il ministero della Salute. Abaterusso è l’ex consigliere regionale, candidato in Senso civico e non eletto, che era stato in predicato di entrare in giunta su indicazione del ministro Roberto Speranza. Alla fine gli è stato preferito Massimo Bray.
E così oggi è arrivato il “recupero”: Abaterusso si occuperà di tenere i rapporti proprio con il ministero della Salute. Si affianca all’ex assessore allo Sviluppo, Mino Borraccino, e al consigliere comunale di Foggia, Rosario Cusmai, altri due trombati entrati nello staff di Emiliano insieme ad Angelo Riccardi, ex sindaco di Manfredonia, il comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2019. Nomina, quest’ultima, su cui si è concentrato il “no” quasi unanime del Pd.
«Una nomina che mi riempie di orgoglio e di responsabilità - scrive Abaterusso in una nota - e che porterò avanti con lo slancio e la passione che da sempre mi contraddistinguono. Da oggi, dunque, c’è una postazione nuova dalla quale lavorerò per riporre nelle scelte della Regione le aspettative dei cittadini».
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ANCHE PIEMONTESE ALL'ATTACCO (di Massimiliano Scagliarini)
Il caso della nomina nello staff del presidente della Regione di Angelo Riccardi, ex sindaco di Manfredonia, Comune commissariato per mafia nel 2019, spacca anche la giunta regionale. E fa emergere la frattura in atto tra i Cinque Stelle pugliesi, in parte alleati di Emiliano e in parte rimasti nella loro posizione originaria.
«Io non avrei nominato Riccardi consigliere all’ambiente, non ne sapevo nulla», sibila Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione, esponente di peso del Pd foggiano e nei fatti plenipotenziario di Emiliano, che gli ha consegnato alcune delle deleghe più importanti. Non è dunque isolata l’irritazione dell consigliere regionale Paolo Campo, che ha da subito chiesto a Emiliano di fare marcia indietro per non arrivare a una rottura politica, e quella di Fabiano Amati da sempre critico con alcune scelte del governatore.
Gli attacchi, dopo l’articolo della «Gazzetta» che venerdì ha raccontato dei tre «trombati» scelti da Emiliano (gli altri due sono l’ex assessore allo Sviluppo, Mino Borraccino, e il consigliere comunale foggiano Rosario Cusmai, entrambi candidati non eletti alle Regionali) sono arrivati ieri anche dall’ex ministro Barbara Lezzi: «Michele Emiliano, protetto da un’opportunistica e complice indifferenza, ha nominato in questi giorni alcuni consulenti che saranno pagati con i soldi dei pugliesi», ha scritto ieri su Facebook la parlamentare salentina.
«Angelo Riccardi - secondo la Lezzi - è il simbolo della meritocrazia dell’amministrazione pugliese. È stato sindaco di un Comune sciolto per infiltrazioni mafiose, per la legge incandidabile alle ultime elezioni regionali ma per Emiliano diventa uomo di fiducia degno di essere imbarcato in regione Puglia con tanto di contratto. La buona politica è fatta anche di segnali inequivocabili rispetto a situazioni opache. Ho il coraggio e le mani libere per dire che questa nomina è indecente come coloro che garantiscono, con l’indifferenza, che passi liscia». Il riferimento è ai quattro consiglieri regionali passati a sostenere la maggioranza di Emiliano con l’ingresso in giunta di Rosa Barone, mentre l’ex candidata governatrice Antonella Laricchia - pur facendo formalmente parte dello stesso gruppo - è rimasta all’opposizione.
I tre consulenti hanno firmato un contratto da circa 30mila euro lordi l’anno. Borraccino si occuperà del Piano strategico per Taranto, Cusmai dei rapporti con gli Enti locali, Riccardi di Ambiente e in particolare di rifiuti. Una scelta, quest’ultima, che ha infiammato il mondo politico della Capitanata e in particolare quello di Manfredonia: «Riccardi non ha competenze specifiche in materia ambientale che giustifichino questa scelta», è scritto in un documento del Meetup 5 Stelle locale e di altri movimenti civici in cui si ricorda «che il Comune è commissariato per infiltrazione mafiosa con conseguente incandidabilità del sindaco» e «che pertanto Riccardi non rappresenta la nostra città».