Il ciondolo «micro-purificatore d’aria che costa 50 euro» si trova in vendita su Amazon per 35. La «tecnologia israeliana» che «per un metro cubo intorno alla persona genera dei cationi che inibiscono qualsiasi virus abbia segno positivo», tavanata galattica, non è nemmeno la peggiore sentita da Giuseppe Tiani, il segretario nazionale del sindacato di polizia Siap che Michele Emiliano ha voluto alla guida dell’agenzia regionale da cui dipendono un miliardo di euro di appalti della sanità pugliese. Dove potrà restare tranquillo, nonostante le sue precisazioni di ieri abbiano allargato il buco: quando (era venerdì scorso) si è presentato in videoconferenza davanti alla Commissione Affari costituzionali della Camera, Tiani parlava da sindacalista della Polizia. Dunque la Regione non ha titolo per intervenire.
Ieri mattina, dopo che la «Gazzetta» ha fatto scoppiare il caso del ciondolo anti-covid, l’ineffabile Tiani se n’è andato in giro per le tv a fare altri danni. Sulla bontà del dispositivo scacciavirus «mi è stato riferito da infermieri esperti, elettrotecnici, non so che specializzazione hanno, che mi hanno fornito questo strumento», ha detto al TgNorba24 dando la colpa a un articolo di «Repubblica» che «ha dato ampio risalto a questa startup» (era un’inserzione pubblicitaria). Ma il ciondolo lui non vuole utilizzarlo per combattere il covid, ha spiegato, ma solo «fornire tutele al personale di polizia che è particolarmente esposto agli agenti atmosferici infettanti. Certamente non mi riferivo al coronavirus», ha aggiunto, spiegando di non averlo potuto specificare perché «il mio tempo era esaurito». E chiarendo meglio il suo pensiero: il ciondolo serve per non prendere le malattie dagli immigrati. «Si pensi al poliziotto che lavora nelle grandi città», che ha bisogno di uno strumento «contro quei virus che possono essere combattuti attraverso la purificazione dell’aria. Considerando che i poliziotti, i carabinieri, i finanzieri combattono con l’immigrazione anche con strati della società che non sono portatori di igiene sana, quando trasportiamo persone fermate, quando trasportiamo immigrati che sbarcano e non sappiamo il loro stato di salute».
A sera, dopo aver saggiamente rifiutato una intervista a «Striscia», il paladino dei cationi ha dato un piccolo segno di contrizione: «Se mi dovesse essere chiesto dal presidente Emiliano, seppur con amarezza, sono pronto a mettere le mie dimissioni sul tavolo. Credo però che si tratti solo di una strumentalizzazione di tipo politico che spero si spenga quanto prima». Una amarezza che gli verrà risparmiata. Tiani - dicono fonti vicine a Emiliano - «parlava nella sua veste di un capo del sindacato e non di manager della Regione, quindi non abbiamo titolo per valutare o dare giudizi su attività che non hanno a che vedere con i compiti istituzionali».
L’indignazione per l’episodio però è stata unanime. «La misura è colma - dice l’europarlamentare Raffaele Fitto -, se il presidente di InnovaPuglia si affida al ciondolo israeliano, abbiamo davvero raschiato il fondo del barile. Al peggio non c’è mai fine, ma in questo caso davvero mi sembra impossibile andare oltre». Dal centrosinistra si indigna Fabiano Amati (Pd) che non esita a chiedere le dimissioni di Tiani: «Combattiamo ospedale per ospedale per innovare posti letto, tecnologia e tamponi, e questo signore invece si mette a fare Vanna Marchi parlando di magie. Mi sono proprio stufato di vedere schiere di sprovveduti che passano per tecnici». Dimissioni chiede anche il movimento La Giusta Causa: «Le dichiarazioni di Tiani sono gravi, ma sono ancora più gravi le giustificazioni a proposito degli immigrati che sono incompatibili con un incarico pubblico».
Critiche a Emiliano sono arrivate persino dall’immunologo Roberto Burioni: «Pare - ha scritto su Twitter commentando l’articolo della “Gazzetta” - che la pubblica amministrazione si impegni assiduamente a individuare chi ha detto la cosa più irreale sul Covid-19 negli ultimi mesi per affidargli infine un importante incarico». Ma lui, Tiani, un passato nell’estrema destra prima di virare sul Pd, tira dritto e nelle chat ringrazia gli «amici di battaglia e di vita» definendo «un grande» il presidente Emiliano. E rimanendo in ballo, a quanto si dice, per un assessorato nella giunta di Trani (centrosinistra): probabile l’assessorato al catione.
Questa mattina, tuttavia, il sindaco Amedeo Bottaro ha smentito la circostanza.