Con qualche speranza e tanta paura, il calcio italiano da oggi ritorna in campo. Dopo la Francia, la Premier, la Liga e la Bundesliga, irrompe la Serie A. Parte il campionato e si riaccendono le stelle. Le navi, le venti navi, pronte a salpare. È un nuovo inizio, la Serie A torna con prepotenza nella vita di ciascuno di noi, dopo averlo fatto con mille problemi e polemiche nel mese di luglio. Lo farà dimezzata, in stadi più o meno deserti nell’attesa dell’arrivo dei primi mille (spettatori), con squadre disegnate ma non completate, protocolli di sicurezza e con l'ombra, ingombrante, perché purtroppo non è ancora finita, del Coronavirus a fare da spauracchio. Nulla sarà come prima, e questo lo dicevamo anche nei mesi caldi delle polemiche impazzite sul «calcio riparte o non riparte».
La crisi economica ha colpito tutti, indistintamente. Calcio compreso. E il mercato lo ha ampiamente dimostrato. Ma nello stesso tempo e in un certo qual modo, il periodaccio targato Covid 19 è riuscito a tirare fuori il meglio da tutti noi. Anche dal calcio. Che si è dovuto riadattare all’assenza dei grandi capitali (e l’ingresso dei fondi in Lega lo dimostra) e ha dovuto ripensare il suo modo d’essere. Riuscendo a tirare fuori un aspetto che fino all’altro ieri restava relegato in un angolo: più idee e meno soldi per quella che resta una ripartenza in punta di piedi. E con tanti interrogativi. Anche tecnici.
La sensazione, l’impressione, è che la Grande Attesa per il ritorno della Serie A, sia un po’ evaporata. Forse perché la grande abbuffata di luglio e agosto non è stata ancora digerita, forse perché, giustamente, la gente ha altro a cui pensare. Non aiuta, tra l’altro, il fatto che la data di riavvio del pallone coincida con quella delle elezioni. Però la Serie A che ritorna è come un antico rito al quale noi italiani non potremmo mai rinunciare.
La certezza, la premessa, è una. Anche questa volta, come nelle nove puntate precedenti, sarà caccia alla Juventus. Con l’Inter più vicina del solito e il resto del gruppo lì dietro a capire cosa fare. Comunque sia, il campionato 2020-2021 resterà nella memoria: è il primo post Covid. Una sorta di anno zero dal quale risorgere.