Non solo sgravi fiscali e bonus a pioggia. La Legge di Bilancio in via di approvazione contiene anche un esercito di accise e balzelli - sotto forma di aumenti o di nuove introduzioni - che potrebbero pesare non poco sulle tasche del consumatore sia nell’imminente 2026 che nel prossimo triennio. Al netto di alcuni scampati pericoli, come la plastic tax, ecco cosa accadrà al portafoglio nazionale dal primo gennaio.
tabacchi Tempi nerissimi per i fumatori. Per quanto siano stati scongiurati aumenti ciclopici (si era arrivato a discutere di 2 euro a pacchetto) quasi tutto il comparto del tabacco è colpito da un aumento delle accise. Per la nobile motivazione di disincentivare il vizio, certo, ma anche e soprattutto per far cassa contando sul comportamento «anti-economico» delle sigarette che continuano ad essere consumate nonostante gli aumenti. Di fatto, non c’è scampo da nessuna parte: sigarette, tabacco trinciato, cigarillos, In particolare, nel curioso linguaggio della Manovra, le accise sulle sigarette balzeranno dagli attuali 25,50 euro su mille pezzi a 32 euro dal 2026, 35,50 dal 2027 e 38,50 dal 2028. Detta in maniera comprensibile, circa 60 centesimi nel triennio. In media, un pacchetto che oggi costa 5,30 euro arriverà a 5,90-6 euro nel 2028 con un aggravio finale di spesa di circa 18 euro al mese e 216 euro l’anno. Se pensate di buttarvi sul tabacco trinciato occhio perché arriva un aumento da 50 centesimi già nel 2026, mentre è inferiore ai 25 quello, comunque sostenuto, che si abbatterà sui cigarillos. Per il tabacco riscaldato la crescita delle accise dovrebbe attestarsi intorno al 40% nel triennio con una crescita media di 12 centesimi annui.
spedizioni Tra le novità più discusse (eufemismo) in Manovra la nuova imposta fissa di due euro su tutte le spedizioni di valore inferiore ai 150 euro provenienti da Paesi extra Ue. Non è un mistero che la tassa sia concepita per colpire i giganti asiatici dell’e-commerce come Temu, Ali Baba e Shein, ben noti ai consumatori europei, soprattutto i più giovani, che fanno dei prezzi bassi il loro cavallo vincente. Il governo conta di incassare un gettito di circa 122 milioni già il primo anno. C’è anche da considerare che, parallelamente all’iniziativa italiana, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato un’imposta di tre euro sul medesimo tipo di pacco a partire dal 1° luglio 2026.
carburanti Brutte notizie pure per i proprietari di un’auto a gasolio. È predisposta, infatti, una sorta di azione a tenaglia: da un lato la riduzione delle accise sulla benzina di 4,05 centesimi di euro per litro, dall’altro un aumento, «nella medesima misura», dell’accisa «applicata al gasolio impiegato come carburante». Una sorta di riequilibrio che si può tradurre così: un pieno di benzina sarà meno caro, un pieno di diesel sarà più costoso. Il «banco», cioè lo Stato, conta di incassare circa un miliardo, perché il parco mezzi a diesel, pur essendo leggermente inferiore a quello a benzina, percorre più chilometraggio. I cittadini invece saranno colpiti doppiamente. Non aumenta solo il rifornimento della singola vettura - le stime, orientativamente, si attestano su oltre 100 euro l’anno di rincaro - ma rischiano di crescere, come riflesso, anche i prezzi dei prodotti che viaggiano su gomma. Escluso, invece, dall’aumento il gasolio impiegato in lavori agricoli e in produzione di forza motrice per gli stabilimenti industriali e i laboratori.
finanza Occhi puntati anche sulla Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che prende il nome dal suo ideatore, il premio Nobel per l’economia James Tobin, che la propose nel 1972. Introdotta in Italia dal governo Monti a partire dal 2013, è destinata a raddoppiare: il trasferimento delle azioni sui mercati non regolamentati passa dallo 0,2% allo 0,4%, mentre l’aliquota sul mercato regolamentato cresce dallo 0,1% allo 0,2%. Parallelamente sale dallo 0,02% allo 0,04% l'imposta sulle «negoziazioni ad alta frequenza». Nata per contrastare la speculazione finanziaria rischia di avere un riverbero concreto sui piccoli investitori. Inoltre, arrivano notizie in chiaroscuro anche per gli appassionati di criptovalute. Cresce infatti dal 26% al 33% la tassa sulle plusvalenze realizzate a partire dal 1° gennaio. Restano invece fermi (cioè tassati al 26%) i «token di moneta elettronica ancorati all’euro ».
aumenti indiretti Banche e assicurazioni nel mirino. Sale infatti di due punti l’Irap per le banche e pure per le assicurazioni che subiranno anche un innalzamento al 12,5% dell’aliquota sulla polizza Rc auto per gli infortuni al conducente. Non è escluso che queste misure possano avere dei riverberi diretti sui cittadini, nonostante le rassicurazioni del Governo che promette di vigilare. L’impatto, al momento solo ipotetico, è ancora tutto da valutare.
















