L’amministrazione guidata da Adriana Poli Bortone si prepara a un 2026 ricco di sfide: dai lavori pubblici al Pug, dalla mobilità alla sfida del referendum sul filobus, fino al bilancio sulla realizzazione del programma. Infatti, a breve, sarà avviata una verifica del lavoro svolto dai singoli assessori, ma niente rimpasto: l’esecutivo resterà com’è.
Sindaco il 2026 è un anno cruciale per il suo governo: state per varare il nuovo piano urbanistico generale, con un approccio completamente diverso rispetto alla passata amministrazione.
«Ormai il documento della Commissione è pronto e, quindi, ce lo consegneranno ufficialmente i primi giorni di gennaio. Il lavoro è già pronto: c’è una visione chiara della città, che si collega al suo mare, come previsto dal nostro programma elettorale. Il porto diventa fondamentale per l’economia della città e per tutte le attività ad esso connesse.Ci sarà uno sviluppo economico notevole, anche per tutte le opportunità di lavoro collegate a tutte le attività che sorgeranno anche nel retro-porto. Il 2026 sarà un anno importante e impegnativo per quella grande sfida che è il cambiamento della città. Chiaramente il piano urbanistico generale non si realizza subito, ma l’impostazione progettuale cambierà il futuro di Lecce».
Un altro progetto molto atteso è quello che riguarda la valorizzazione dell’Anfiteatro Romano di piazza Sant’Oronzo. Anche qui ci sono scelte importanti da prendere: a che punto siamo?
«Ci siamo sentiti con i direttori generali che fanno parte della commissione: anche con loro ci incontreremo nei primi giorni di gennaio e continueremo il lavoro che abbiamo già iniziato».
In questo caso, però, c’è ancora da scrivere un progetto, bisogna capire se si possono edificare dei percorsi sotterranei, giusto?
«Si potrebbero fare anche dei percorsi sotterranei, ma principalmente dobbiamo avere una visione complessiva di quello che sarà la piazza, come potrà essere fruita e come potrà rappresentare un’attrattiva per noi leccesi e per i turisti».
Ci sono troppe teste da mettere d’accordo su questo progetto?
«Beh, ma sono molto collaborativi. La Soprintendenza ci garantisce altissime professionalità con cui lavorare: ci aiuteranno senz’altro a trovare le soluzioni migliori per valorizzare la Lecce romana».
L’idea del ponte che dalla piazza scendeva nell’anfiteatro è ormai superata dalla passerella costruita dietro, vero?
«Non se n’è parlato proprio negli incontri che si sono già avuti con la commissione che si occupa del progetto di valorizzazione dell’anfiteatro: abbiamo affrontato il tema della visione generale e della tempistica. Sarà molto impegnativo il 2026 su questo fronte».
Il suo governo si avvia al compimento dei due anni di mandato, prima delle regionali si è parlato di un possibile rimpasto, previa verifica del lavoro svolto dai singoli assessorati. Rivedrà le deleghe?
«No, no! Non se ne parla proprio. Il rimpasto lo eviterei. Faremo semplicemente il punto sulla realizzazione del programma assessorato per assessorato».
È soddisfatta di come sta rispondendo bene alle aspettative il nuovo parcheggio di piazza Tito Schipa?
«L’esordio è stato un successo: efficiente, sicuro e strategico per la mobilità leccese. All’interno ci sono le videocamere, una ogni 3 auto. È un grande servizio che attendevamo da anni».
Ora, sul piano del traffico, cosa si più fare per fornire ulteriori servizi e parcheggi di scambio?
«Ora dobbiamo attendere la risposta del Ministero: abbiamo semplicemente partecipato a un bando. Abbiamo parlato solo del potenziamento del filobus, ma quel bando contiene i parcheggi di interscambio, il nuovo immobile per Sgm, con tutta l’officina, le 270 pensiline e tanto altro. Il piano sosta si inscrive all’interno di un progetto complessivo che abbiamo ideato per decongestionare la città dal traffico. Inoltre, in piazza Mazzini Arca Sud farà un suo parcheggio: i posti non sono tanti, ma sarà un tassello in più».
Il 2025 è stato un anno difficile per la mobilità leccese, con 37 cantieri operativi in città…
«Il 2026 sarà l’anno della svolta per la mobilità leccese, perché saranno portati a termine i cantieri del Piano nazionale di resilienza e ripartenza, che rappresentano un ostacolo notevolissimo. Il termine ultimo fissato dallo Stato è marzo 2026. Dalla prossima primavera potremo tirare un respiro di sollievo. È chiaro che con tutte quelle chiusure il traffico è meno gestibile».
Notizie del referendum sul potenziamento del filobus? Come state procedendo?
«Faremo quello che ha detto la commissione: si deve andare a rivedere il regolamento. Seguiremo le procedure previste, con passaggio in Commissione consiliare e poi in Consiglio comunale».
Lei come la pensa sul dibattito che ha aperto il professor Tondi Della Mura, che ritiene illegittimo il referendum per un atto di giunta?
«Penso che abbia ragione».
Salvemini, invece, ha fatto l’esempio di Milano, dove il referendum è previsto sugli atti della giunta…
«Salvemini potrebbe fare il sindaco a Milano: gli suggerirei una candidatura lì, dove forse sarebbe molto più apprezzato».
















