«In questi giorni ne ho lette veramente troppe. La più tristemente comica viene dalla Cgil. Da soggetti che probabilmente vorrebbero fare politica, ma siccome non li voterebbe nessuno, fanno sindacato. Però, invece di difendere i lavoratori, fanno propaganda. Hanno perso la bussola, non sanno di cosa parlano». Lo scrive, in un lungo post pubblicato sui social, Pippi Mellone, sindaco di Nardò (Lecce), che torna sulle polemiche suscitate dalla delibera approvata dalla sua giunta che intende intitolare una scuola alla memoria di Sergio Ramelli, lo studente di 18 anni e militante di Fronte di gioventù, assassinato a Milano 50 anni fa da un commando di Avanguardia operaia.
Mellone, che è anche commissario della Lega per la provincia di Lecce, sostiene che il sindacato utilizzi «un prontuario del Novecento diffondendo odio». «E forse - aggiunge - sperano in un’inaugurazione di venerdì, per spingere all’ennesimo sciopero. Perché ormai questo fanno: scioperi di venerdì». «Mentre loro fanno scioperi, noi lavoriamo, costruiamo scuole, luoghi sicuri per studenti e insegnanti, per utenti e lavoratori», prosegue Mellone. «La gente - conclude - capisce e distingue chi costruisce da chi distrugge, chi lavora da chi campa sulle polemiche, chi scende in strada a lavorare da chi sale in cattedra a pontificare».
LE PAROLE DEL PRIMO CITTADINO NERETINO
«Abbiamo deciso di intitolare la scuola alla memoria di Sergio Ramelli perché le Istituzioni, a partire dai luoghi della formazione, non possono rimuovere una parte fondamentale e drammatica della nostra storia repubblicana. Gli anni di piombo vanno conosciuti e compresi affinché quella violenza non si ripeta». Lo dichiara in una nota, il sindaco di Nardò (Lecce) Pippi Mellone spiegando, dopo le polemiche, la decisione della giunta comunale di intitolare il nuovo edificio scolastico di piazza Giulio Pastore alla memoria dello studente e militante di Fronte della Gioventù assassinato a Milano nel 1975 da un commando di Avanguardia operaia.
«La storia - prosegue il primo cittadino - va letta nella sua interezza, senza omissioni e senza ambiguità, perché non esistono totalitarismi accettabili. Non esistono morti giustificabili. Non esistono vittime di serie A e vittime di serie B. Non esistono dittature buone e dittature cattive». «Le istituzioni hanno quindi il dovere di tutelare la memoria e i valori democratici e, con questo spirito, sono certo che la decisione assunta dalla mia giunta sarà valutata con razionalità e senso di responsabilità da tutte le parti coinvolte», precisa sottolineando che «uccidere uno studente per le sue idee è un crimine». Nella nota viene ricordato che «l'amministrazione guidata dal sindaco Mellone già in passato ha utilizzato lo strumento delle intitolazioni come atto pubblico di memoria e responsabilità civile» come accaduto con «le intitolazioni a Georgiana Masi, Paolo Di Nella, Walter Rossi, Almerigo Grilz, Giorgio Perlasca e ai Fratelli Mattei ed altre figure diverse per storia e posizione politica, ma accomunate dal valore civile della memoria e dalla condanna di ogni forma di odio e sopraffazione».
















