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Monopoli, il pasticcio dell'Asp, ora D'Atri rischia una denuncia

 
massimiliano scagliarini

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massimiliano scagliarini

Monopoli, il pasticcio dell'Asp, ora D'Atra rischia una denuncia

L’ex sindaco di Grumo aveva dichiarato di non avere condanne ma dopo l’articolo della «Gazzetta» la Regione è dovuta intervenire

Mercoledì 09 Settembre 2020, 10:55

BARI - Michele D’Atri non aveva dichiarato la condanna definitiva riportata nel 2003. Per questo martedì il governatore Michele Emiliano ha revocato all’ex sindaco di Grumo Appula l’incarico di commissario della Asp «Romanelli Palmieri» di Monopoli. L’azienda pubblica che gestisce - tra l’altro - uno dei principali edifici storici della città torna temporaneamente nelle mani del precedente commissario Marilù Napoletano. E la Regione dovrà decidere come procedere.

Il caso è nato venerdì con l’articolo della «Gazzetta» che ha dato conto della condanna definitiva per abbandono di posto (sei mesi di reclusione militare, con pena sospesa e non menzione) riportata da D’Atri per fatti risalenti al 2001 quando l’ex sindaco, considerato politicamente uno dei fedelissimi di Emiliano, era un appuntato della Finanza in servizio al porto di Bari. D’Atri «durante lo svolgimento di un servizio di vigilanza e riscontro merci sottobordo, si dava a precipitosa fuga, perché inseguito da personale della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato intento allo svolgimento di preliminari accertamenti di una notizia di reato a suo carico» : era accusato di aver chiesto una mazzetta di 100 marchi a un albanese per agevolarne l’ingresso in Italia. E così - proseguono gli atti del procedimento dell’epoca - «con violenza si introduceva in un’autovettura privata ed intimava al conducente della stessa di partire immediatamente e di proseguire la marcia nonostante un poliziotto, con la pistola in pugno, gli intimasse di fermarsi». Una scena da film.

Dall’accusa di aver chiesto denaro (concussione) al camionista D’Atri è stato assolto dal Tribunale ordinario «per non aver commesso il fatto». Ma ha invece riportato la condanna per un reato militare - confermata in Cassazione - che gli è costata anche l’espulsione dalla Finanza per indegnità.

La legge 15 del 2004 che regola le Asp è chiara. Dei consigli di amministrazione non può far parte chi è stato condannato «a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione». E D’Atri, un pubblico ufficiale, è stato condannato per un atto doloso. La nomina era dunque illegittima. Ed è per questo che a seguito di un «supplemento istruttorio» svolto dagli uffici, Emiliano ha revocato il precedente decreto di nomina del 30 giugno. Ora gli uffici dovranno valutare se la dichiarazione resa da D’Atri sulla mancanza di motivi ostativi alla nomina debba essere inviata in Procura per le valutazioni di competenza. Ieri mattina su Facebook l’interessato (decaduto da sindaco in ottobre per la mancata approvazione del bilancio e non più ricandidabile) ha parlato di «attacchi politici mirati», riferendosi di aver protocollato le dimissioni (che ieri non risultavano allegate al fascicolo) «affinché nell’istruttoria del provvedimento possano prenderne atto»: «Convinto di aver agito in piena trasparenza - ha scritto - continuerò a perseguire nelle sedi legali chi volutamente ha strumentalizzato il tutto».
Il caso non è però sfuggito ai Cinque Stelle che hanno duramente attaccato il governatore. «Michele Emiliano - secondo Antonella Laricchia - continua ad avere un problema di nomine, una costante che l’ha accompagnato dall’inizio della legislatura. Dopo la nomina del commissario dell’ASP di Chieuti per cui è sotto indagini, questa volta il pasticcio riguarda il commissario dell’Asp di Monopoli». «Possibile - chiede la Laricchia - che a nessuno fosse venuto in mente di fare i controlli per tempo?

E che certi incarichi continuino a essere affidati solo su logiche politiche? Ora siamo curiosi di capire chi sceglierà Emiliano per sostituire D’Atri. Essendo in piena campagna elettorale qualcosa ci fa supporre che sarà un’altra nomina per cui il merito, purtroppo, non verrà preso in considerazione».

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