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«Ha una condanna»: Emiliano revoca la nomina di D'Atri all'Asp di Monopoli

 
MASSIMILIANO SCAGLIARINI

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MASSIMILIANO SCAGLIARINI

Asp Monopoli: Emiliano ha scelto D'Atri, ma l'ex sindaco ha una condanna definitiva

Dopo l’articolo della «Gazzetta», dietrofront sull’ex sindaco di Grumo Appula

Martedì 08 Settembre 2020, 10:05

11:21

Bari - La condanna definitiva a sei mesi riportata nel 2003 per il reato militare di abbandono di posto non è compatibile con la guida di una Asp. Per questo ieri il governatore Michele Emiliano ha revocato la nomina dell’ex sindaco di Grumo, Michele D’Atri, a commissario dell’Azienda pubblica di servizi alla persona «Romanelli Palmieri» di Monopoli.

La decisione del governatore pugliese (con il decreto numero 351) è arrivata dopo l’articolo della «Gazzetta» che venerdì ha illustrato il caso. D’Atri, 49 anni, fedelissimo di Emiliano, è pregiudicato avendo a suo carico una condanna riportata come pubblico ufficiale: all’epoca dei fatti era infatti un militare della Finanza in servizio al porto di Bari, e fu accusato di aver abbandonato il posto di guardia perché inseguito da colleghi e da agenti della polizia che stavano indagando su di lui per una presunta mazzetta di 100 marchi chiesta a un albanese che voleva passare la dogana.

D’Atri è stato poi assolto con formula piena dall’accusa civile di concussione, ma non da quella militare: la condanna a sei mesi (con non menzione e sospensione condizionale) è stata confermata in Cassazione nel 2006 e gli è costata la divisa da finanziere, perché il Corpo lo ha espulso per indegnità a giugno del 2007.

D’Atri era decaduto a ottobre da sindaco di Grumo Appula per la mancata approvazione del bilancio, e non poteva più ricandidarsi. È così arrivata la nomina a commissario della Asp che però, in base alla legge regionale 15 del 2004, è preclusa a chi è stato condannato «a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione».

Dopo l’articolo della «Gazzetta», il Gabinetto della presidenza della Regione ha svolto un supplemento di istruttoria che ha portato Emiliano ad adottare l’atto di revoca. Venerdì D’Atri aveva affidato a Facebook un lungo sfogo in cui, confermando nei fatti la condanna, annunciava richieste di danni nei confronti del giornale.  

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