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Covid-19, sierologico a chi rientra in Italia da 4 paesi, in Puglia obbligo tampone

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Covid-19, sierologico a chi rientra in Italia da 4 paesi, in Puglia obbligo tampone

Inoltre la regione obbliga a coprirsi naso e bocca con mascherine dove non si potrà mantenere il distanziamento, comprese le discoteche

Giovedì 13 Agosto 2020, 08:24

11:57

L’ordinanza che impone 14 giorni di quarantena a chi rientra in Puglia da Spagna, Grecia e Malta formalmente resta in vigore. Ma, sommerso dalle proteste su Facebook - e dopo il provvedimento del ministro Roberto Speranza, pronto a garantire la disponibilità dei tamponi rapidi - Michele Emiliano ha provato ad ammorbidire il provvedimento emanato martedì. Ma nel frattempo il ministero della Salute ha stabilito che l’obbligo si estende anche a chi torna dalla Croazia, e che basterà anche solo un test sierologico: la Regione dovrebbe dunque adeguarsi. Nella serata di ieri Speranza ha firmato anche un'ordinanza che blocca gli arrivi dalla Colombia.

La Puglia era intervenuta martedì per controllare la valanga di casi importati dai vacanzieri che hanno scelto i Paesi del Mediterraneo imponendo la quarantena, ieri il governo è sceso in campo per evitare che ciascuna Regione facesse di testa propria. Quando si rientra, ha stabilito il ministero, bisogna presentare i risultati di un test effettuato nelle 72 ore precedenti, oppure bisogna fare un test «molecolare o antigenico» (quindi non solo il tampone) entro 48 ore dal ritorno in Italia.
Le Asl pugliesi - diceva una circolare diffusa ieri pomeriggio, prima dell’intervento del ministero - dovranno garantire priorità nell’effettuazione del test a chi torna dall’estero, fermo restando l’obbligo di registrarsi sul sito della Regione. Ma anche così, se oggi non interverrà un chiarimento, si rischia un pasticcio perché le disposizioni appaiono in contrasto tra loro: chi torna a Termoli fa il sierologico, a Foggia fa il tampone.

Ieri Emiliano è intervenuto anche sul tema delle discoteche, ancora una volta sull’onda delle proteste e delle segnalazioni di quanti evidenziavano il pugno di ferro contro chi va all’estero e gli assembramenti registrati nei locali pugliesi. La linea scelta è simile a quella dell’Emilia Romagna. Dunque, da oggi, si potrà continuare a ballare nei locali all’aperto, ma rispettando il distanziamento di due metri oppure indossando le mascherine.

Il provvedimento dice infatti che è obbligatorio indossare la mascherina (per chi ha più di 6 anni) «in tutti i luoghi all’aperto in cui, a causa di particolari situazioni, anche collegate al maggiore afflusso di persone e turisti, non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno un metro». La responsabilità è «dei medesimi soggetti obbligati», dunque non dei gestori dei locali, che dovranno però curare di non far accedere più gente di quanta può occupare gli spazi disponibili in base alle norme di sicurezza, misurando la temperatura all’ingresso. Sulle piste da ballo la distanza interpersonale è di due metri, uno negli altri luoghi. L’ordinanza vale in tutti i luoghi aperti e dunque anche per strada: bisognerà indossare la mascherina in tutte le situazioni in cui si verifichino assembramenti. «La chiusura delle discoteche - secondo l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco - deve essere l’ultima spiaggia: i ragazzi troverebbero alternative, aggregandosi liberamente e con rischi ancora maggiori».

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