Due sentenze del Consiglio di Stato hanno sancito il divieto per i gestori privati di strutture sanitarie, socio sanitarie e socio
assistenziali di esternalizzare servizi "core" (in tutto o in parte). Con queste parole comincia la nota congiunta diffusa da Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl: «La mancanza dell'obbligo di assunzione alle dirette dipendenze dei titolari delle strutture è un'anomalia sulla quale in passato abbiamo attenzionato più e più volte il Dipartimento della Salute - continuano - e che poi ha portato a sancire questo principio in maniera inequivocabile nell'ambito dei regolamenti 4 e 5 del 2019.
Non possiamo che esprimere un plauso all'avvocatura regionale che è riuscita a mantenere la barra dritta su questo principio, rendendo giustizia alle tante lavoratrici e lavoratori che, per quanto inseriti all'interno della stessa filiera lavorativa, per anni hanno subito trattamenti - in termini di diritti e retribuzione - differenti rispetto ai restanti colleghi, più fortunati, assunti alle dirette dipendenze delle titolari delle autorizzazioni.
Resta, oggi, il problema di come sanare le anomalie precedenti garantendo continuità occupazionale - presso i titolari della strutture - a tutta la platea di lavoratori coinvolti nelle esternalizzazioni ammesse in passato e su cui urge un confronto ed un
intervento serio da parte di Regione Puglia. Al contempo, purtroppo, apprendiamo che, per l'ennesima volta, c'è già stato un primo momento di confronto con i gestori sul tema della revisione delle tariffe. Ancora una volta Regione preferisce l'interlocuzione solo con una parte della rappresentanza sociale dimenticando che fino ad oggi questa tipologia di atteggiamento non ha prodotto altro che storture derivanti da un'analisi monca delle istanze di chi rappresenta il mondo del lavoro e che, quasi sempre subisce, quelle storture. Ci aspettiamo immediatamente un recupero in tal senso ed una disponibilità ad accogliere le nostre istanze. In mancanza saremo costretti ad avviare un percorso di mobilitazione di lavoratrici e lavoratori interessati»