BARI - Le imprese di trasporto attaccano la «riforma» voluta dall’assessore regionale Gianni Giannini, rinviata di un anno ufficialmente per via dell’emergenza Covid. Asstra e Anav, le associazioni di categoria che raccolgono gli operatori pubblici e privati, hanno infatti impugnato al Tar la delibera di giunta con cui, a dicembre scorso, la Regione ha approvato il quadro dei servizi minimi e dei costi standard, ovvero la base per le gare d’appalto dei servizi su gomma che avrebbero dovuto svolgersi entro giugno, ma che sono state rinviate di un anno.
L’udienza sui due ricorsi non è ancora stata fissata: nel mirino alcuni aspetti della delibera che fissa i paletti per affidare il servizio oggi svolto (in proroga) dal consorzio Cotrap. «Ma il piano dei servizi minimi - dice il presidente del Cotrap, Giuseppe Vinella - è comunque da rifare. Dopo l’emergenza Covid nulla sarà come prima. Con le regole sul distanziamento non possono salire sui bus più di 22-24 persone, non abbiamo né uomini né mezzi sufficienti a garantire le corse necessarie. Gli enti pubblici devono fare un ragionamento complessivo che tenga conto della situazione attuale. Quel piano si basa sui ricavi da traffico consolidati del passato, ricavi che oggi sono scesi a zero e non dipendono né dalle imprese né dagli enti affidanti: quindi l’ente pubblico deve compensarli qualora non si realizzino. Ed è un problema di carattere nazionale». La legge impone (a pena di decurtazioni sul fondo nazionale) il raggiungimento di una quota del 35% dei ricavi da biglietto: in Puglia la media è del 28-30% sui servizi extraurbani e del 18-20% sull’urbano, ma oggi si è scesi quasi a zero.
Il servizio di trasporto pubblico su gomma in Puglia vale circa 230 milioni di euro l’anno. Rilevanti anche gli impatti sul fronte dell’occupazione: il solo Cotrap impiega circa 2.100 persone per le quali le imprese - in considerazione dell’emergenza epidemiologica - hanno fatto ricorso agli strumenti di tutela del reddito.