BARI - Il principale sindacato della sanità pugliese non ha firmato l’accordo per il «bonus covid» ai dipendenti degli ospedali. E ieri è sceso in piazza per protestare, con circa 400 persone. Ma quello sollevato dalla Fials non è (solo) un problema di soldi, quanto una questione di mancanza di certezze per i tanti precari e per chi da decenni (i «volontari» del 118) sente parlare di una internalizzazione sempre rinviata.
Problemi tecnici quelli che il segretario regionale Massimo Mincuzzi ha illustrato al capo dipartimento Vito Montanaro: il tavolo di confronto, durato circa un’ora, si è chiuso con la proposta della Regione di illustrare in una lettera ai direttori generali gli impegni presi con il sindacato.
Il tema relativo al bonus covid (il premio per i turni extra durante l’emergenza) ha infatti trovato attenti i dirigenti dell’assessorato. Secondo la Fials, infatti, l’emergenza ha esaurito i fondi ordinari della produttività, utilizzati per pagare pronta reperibilità e pronta disponibilità: significa che il prossimo anno i dipendenti della sanità pugliese rischiano di non ottenere il premio di risultato. Ecco perché la Fials chiedeva uno stanziamento aggiuntivo regionale (del resto previsto come possibilità dai decreti di Conte) rispetto ai 29 milioni per il bonus trasferiti dal governo alla Puglia. La Regione ha mostrato disponibilità. «Faremo i calcoli - ha detto Montanara - e cercheremo di capire quale parte di queste spese può essere caricata sulla contabilità covid, motivandola con l’emergenza».
Un po’ simile la questione che riguarda ospedali privati ed ecclesiastici, per i quali l’indennità covid semplicemente non è prevista dal Dl 34. «Si tratta - secondo la Fials - di una disparità di trattamento, visto che tutti hanno lavorato per l’emergenza». Anche qui, potrebbe esserci uno spiraglio: il premio ai privati - secondo Montanaro - potrebbe essere contenuto nell’indennità di funzione che il ministero della Salute non ha ancora determinato al tavolo tecnico, dove interverrà anche la Regione.
C’è poi il tema, ampio, di stabilizzazioni e internalizzazioni. Sul primo, la Regione ha chiarito che i periodi di servizio effettuati in risposta a quelli che si chiamano «avvisi online» (le ricerche di personale urgenti) si computano nei 36 mesi necessari per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato: sono escluse soltanto le chiamate dirette dei direttori generali.
L’internalizzazione dei volontari del 118, invece, resta un argomento spinoso: l’ha fatta solo la Asl di Foggia tramite la Sanitaservice, altrove invece è tuto fermo. Foggia - è la spiegazione della Regione - è partita prima «perché aveva problemi prospettici di tipo differente» (erano emerse anche infiltrazioni della criminalità nella gestione delle postazioni 118 affidate alle associazioni di volontariato). Le nuove linee guida per le internalizzazioni sono pronte e, sulla carta, i direttori generali potrebbero procedere. Ma si tratta di una questione molto spinosa e molto complessa, che difficilmente verrà affrontata a cavallo dell’estate e delle elezioni.
Tuttavia dopo l’incontro la Fials parla di «cauto ottimismo». «L’attenzione della tecnostruttura - dice Mincuzzi - merita apprezzamento. Aspettiamo di conoscere le risultanze formali dell’incontro, poi valuteremo. Resta il problema della mancata omogeneità di comportamento dei direttori generali. E abbiamo avuto la sensazione che dopo la mancata firma dell’accordo sui bonus covid ci sia stato un comportamento ostile nei nostri confronti».